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sabato 23 aprile 2011

RIFLESSIONI ROMANE di Tommaso Fonte

 Grazie Tommaso...


Chiaramente Repubblica non ne parla, MAI SIA. Chiaramente L'Unità non ne parla, MAI SIA...E poi Liberazione, Il manifesto e, ovviamente, potrei continuare...ma la domanda e': a chi serve, a cosa serve tutto cio'? Quanto e' utile nascondere verita' scomode alla sinistra, in un'epoca nella quale di sinistra non ce n'è piu'?? Perche' il trincerarsi dietro il silenzio, quando la dialettica delle posizioni a sinistra finirebbe solo per arrrichire il consenso?? Giocare di sponda a sinistra era stato per lungo tempo una utile strategia politica funzionale all'arricchimento, anche culturale, della galassia della sinistra, di quello che un tempo si chiamava il movimento: perfino ai tempi del granitico Pci, la dialettica interna riusciva ad emergere e a fuoriuscire nella societa' creando dibattito, a volte perfino scontro, ma quasi sempre riflessione e discussione...Oggi davanti ai grossolani errori della Cgil nella vicenda dei licenziamenti, della gestione del precariato interno, degli allontanamenti, delle vere e proprie epurazioni, delle chiarissime ed inequivocabili violazioni delle regole statutarie interne, del regolamento per la gestione del personale, il silenzio e' sconcertante e assordante. Solo stridule voci interne che parlano di fantomatiche aggressioni, di attacchi all'unica forza di opposizione al sistema berlusconiano, con l'invito a serrare i ranghi ed allontanare le minacce che finirebbero per ledere l'autorevolezza e la credibilita' pubblica e di facciata della Cgil."Attenzione compagni, l'attacco e' verso i precari e i senza futuro, quelli della manifestazione contro la precarieta' dello scorso 9 aprile; oppure contro lo scipero genrale di 4 ore promosso dalla cgil per il prossimo 6 maggio". Una trentina di persone, per lo piu' giovani donne perbene, che negli anni hanno prestato la propria attivita' per la Cgil e che si sentono innanzitutto offese e mortificate nella propria dignita' di persone, nella propria identita' politica e culturale, e che nel proprio cammino di protesta solitaria, incontrano, per caso, qualcuno che gli offre un briciolo di umanita' e di solidarietà, diviengono improvvisamente lo strumento per un'aggressione politica e mediatica senza precedenti..un'aggressione tale da mettere in discussione le politiche  del piu' grande e potente sindacato italiano e della loro rappresentanza del mondo del precariato e perfino la stessa riuscita dello scipero generale!!! La sinistra italiana, dal PD in avanti tace, gravermente preoccupata dell'aggressione in atto; le camere del lavoro si mobilitano per respingere la "barbara aggressione"; perfino nelle fabbriche i delegati, su sollecitazione del centro, cercano di capire come poter fermare l'assalto barbaro al sindacato rosso. Eppure Giovanni, Romina, Barbara, Simona, Manuela, e poi ancora Fabio che, ironia della sorte, per di piu' di cognome fa' BUONO, e gli altri, non farebbero male a una mosca e quasi arrossiscono all'idea di dover disturbare la grande Cgil, con il suo peso di storia, grandi lotte, grandi personaggi. Loro, al massimo ne hanno sentito parlare, o forse hanno letto qualcosa sui libri di scuola nel capitolo storia del novecento, la conquista dei diritti nel lavoro.Chiedono solo di poter essere ascoltati, magari compresi da qualcuno piu' grande e autorevole di loro, magari incoraggiati a non disperare perche' nella vita la giustizia trionfa sempre...Invece finiscono per trovare le porte del sindacato, del loro sindacato, incredibilmente chiuse, gli sguardi torvi dei funzionari che escono a testa bassa da corso d'Italia ignorandoli, e perfino l'orda del servizio d'ordine, quando malauguratamente finiscono per provocare a tal punto, non sapendo piu' dove andare e con chi parlare, che decidono di imboccare la strada nel Nidil Cgil(il sindacato che dovrebbe essere quello dei giovani atipici....un po' come loro che atipici lo sono certamente visto il loro datore di lavoro)per parlare con qualcuno e finalmente per essere ascoltati da qualcuno.Un presidio di quegli uffici che dura qualche ora...con il servizio d'ordine schierato davanti all'ingresso...con la porta chiusa.:Non si entra e non si esce.E loro li...seduti per terra o al massimo sugli zainetti che hanno portato con loro durante il lungo viaggio in treno dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla Puglia.Hanno gli occhi gonfi dal sonno e dalle preoccupazioni:questo mese c'e' da pagare il mutuo della casa che avevo comprato lavorando per la Cgil e che ora corro il rischio di perdere, dice una di loro.Un'altra aspetta un bambino, non e' potuta venire e telefona sperando in quanche buona notizia dal Fronte.Un'altra ancora riceve la telefonata della mamma preoccupata che la riprovera di non aver dato notizie.La Camusso non riceve...questa e' la prima, immediata, violenta risposta. Potete riprendere il treno, i vostri zainetti, pieni di speranze, di ciondoli e di ombretti per il trucco e tornarvene da dove venite. Ma la CGIL HA VIOLATO I NOSTRI DIRITTI, non ci ha riconoscito le giuste retribuzioni, ci ha maltrattato, qualcuno ci ha molestato, ci hanno perfino mandato via e licenziato solo perche' chiedevamo queste queste cose che per tutti gli altri lavoratori la Cgil giustamente rivendica e che noi stessi, mentre per la cgil lavoravamo, ci battevamo per fare ottenere a tutti. Ma la risposta e' sempre la stessa:avete sbagliato il metodo per chiedere, quindi niente da fare, tornate a casa ed evitate questo casino che vi fara' solo ulteriormente del male. Lo sconforto si impadronisce di loro:la segretara del nidil se ne va...Ora sono proprio sole, ma sempre con la presenza dei corazzieri del servizio d'ordine cui si e' aggiunto qualche altro compagno forzuto richiamato in tutta fretta; non si sa mai cosa puo' accadere..meglio stare all'erta pensano le funzionare ancora in sede del Nidil.
Le ore passano, Giovanni Sapenza, catanese di 67 anni con una pensione sociale di 330 euro mensili perche' la Cgil non gli ha pagato i contributi per circa 20 anni di attivita' da tutto fare alla camera del lavoro di Catania, si appisola sul divanetto dell'ingresso dopo aver accennato con la determinazione di un rivoluzionario cubano, la sua canzone di lotta:"chista vita nun si po' fari" e crolla dal sonno dopo circa 20 ore di treno. Sono gia' le 17: da oltre 5 ore e' in corso la presa della Bastiglia..Le consultazioni tra i funzionari nidil presenti si fanno frenetiche. Passano da una stanza all'altra, senza dire una parola, sotto l'occhio vigile del servizio d'ordine e stralunato delle occupanti...Sapienza continua a dormire e a sognare forse una societa' piu' giusta. Manuela deve partire, ha il treno da Termini alle 18 e deve tornare a casa...bacia le amiche come fossero compagne di scuola e le saluta: ma sia ben chiaro
che la lotta per i nostri diritti deve proseguire...costi quel che costi. I funzionari ascoltano preoccupati l'impegno alla lotta. Qualche minuto dopo la grande notizia: la segretaria generale del Nidil ha deciso, dopo ore di estenuanti consultazioni, di incontrare la delegazione. Giovanni Sapienza viene svegliato di soprassalto, cerca un bagno per darsi una sciacquata al viso, ma non c'e' tempo, bisogna far presto, la segretaria aspetta e non sarebbe corretto farla attendere: Romina e Simona, erano rimaste solo loro, lo tirano d'impeto verso la stanza della segretaria generale che vuole finalmente conferire. Il colloquio dura circa 25 interminabili minuti.Poi escono. Simona ha gli occhi rossi, come la bandiera della cgil, perche' ha pianto e anche Romina e' tesa e nervosa; Giovanni e' sereno e rilassato, e appena uscito riattacca la sua canzone scherzando: chista vita nun si po' fari....La segretaria del Nidil si e' impegnata sulla parola: cerchera' di ottenere un incontro con la Camusso per dopo Pasqua, ma non lo garantisce con certezza, la segretaria nazionale sta valutando il dafarsi, la situazione e' molto complessa(sic..).I tre occupanti smobilitano; salutano cordialmente tutti, perfino gli omaccioni del servizio d'ordine augurando Buona Pasqua a tutti: alla Cgil, al servizio d'ordine, ai compagni forzuti venuti a difendere il sindacato dall' "aggressione", al silenzio dei giornali e dei media, alla sinistra che preoccupata dell'invasione reazionaria e controrivoluzionaria solidarizza con i piu' forti, ma sopratutto a loro, divenute improvvisamente, con zainetto e spazzole al seguito, con mutui  e bollette da pagare, con figli che non sanno se potranno mantenere, strumento di aggressione della controrivoluzione berlusconiana, che avranno ancora da soffrire e da lottare perche' un giorno possano dire giustizia e' fatta anche per i licenziati della Cgil. Buona Pasqua anche da parte mia, compagne e compagni, di un sindacato e di una sinistra che nonostante il vostro amore, la vostra pulizia e il vostro coraggio, purtroppo non esiste piu'.

venerdì 22 aprile 2011

COMUNICATO ALLA RETE28 APRILE DI MIRKO SIGHEL COMPONENTE DEL COMITATO DIRETTIVO DELLA CGIL DEL TRENTINO


Riceviamo e pubblichiamo il comunicato fatto dal compagno Mirko Sighel in riferimento ai fatti, ormai noti a tutti, del Trentino:

In riferimento alla vicenda di Fulvio Flammini, il funzionario sindacale defenestrato dalla Cgil del Trentino, mi preme fare chiarezza su quanto è accaduto e sta accadendo in Cgil a Trento. Credo che si siano persi di vista gli oggetti principali del contendere: la democrazia, la rappresentanza e la legalità.

A marzo del 2010 “La Cgil che vogliamo” ha perso il congresso locale della categoria dei trasporti (Filt) e questo è vero ma è altrettanto vero che la rappresentatività della minoranza all'interno del comitato direttivo della categoria dei trasporti è di circa il 45% dei componenti e questo nonostante le irregolarità riscontrate durante l'elaborazione dei verbali delle votazioni delle assemblee dei lavoratori (parte delle irregolarità erano conosciute dal presidente della commissione regionale di garanzia, che non ha battuto ciglio). A marzo 2010 Paolo Sboner è stato eletto segretario generale della Filt trentina dal direttivo della categoria a seguito di proposta presentata dal segretario generale della Cgil trentina Paolo Burli e dal segretario nazionale della categoria dei trasporti. Lo stesso giorno il direttivo della categoria è stato artatamente aumentato del 30% dal signor Sboner, contro ogni regola statutaria, facendo entrare tutte persone che lo appoggiano. Lo stesso Burli ammetterà in seguito che non si può aumentare un direttivo artatamente del 30%, lavandosene comunque le mani, lui che è o si proclama il legale rappresentante della Cgil del Trentino. Contro l'aumento irregolare del 30% è stato fatto ricorso alla commissione interna che in seguito si è dichiarata incompetente a deliberare e poi a quella nazionale che non ha nemmeno risposto (altra infrazione statutaria). Il signor Sboner tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011 si è assentato per più di tre mesi consecutivi senza aver avuto l'autorizzazione della Cgil trentina lasciando la categoria praticamente sguarnita, con il solo Antonio Beccati, ex segretario della Filt trentina per quasi dieci anni consecutivi (altra infrazione allo statuto dell'organizzazione che prevede un massimo di otto anni di incarichi politici nella segreteria) a gestire la categoria, peraltro malamente e senza alcuna autorizzazione del comitato direttivo (altra infrazione statutaria). Dopo il ritorno del segretario Sboner, la segreteria della categoria è stata eletta a marzo del 2011 contro ogni regola statutaria, che ne impone l'elezione entro il termine di tre mesi dall’elezione del segretario (quindi la segreteria è stata eletta un anno dopo). Il signor Beccati, contro ogni regola statutaria, fa ancora attualmente parte della segreteria. Sempre a marzo del 2011 è stato approvato il bilancio contabile preventivo della categoria contro ogni regola statutaria (è ovvio che i bilanci preventivi si approvano l'anno precedente a quello di riferimento).

Veniamo a Flammini. La Cgil trentina, per cacciarlo, si è inventata le più assurde giustificazioni, smontate una ad una: dalla mancanza di permessi sindacali per distaccarlo dall'azienda nella quale lavorava alla mancanza di denaro nella categoria per pagarne eventualmente il distacco; dalla panzana che il suo allontanamento era da addebitare ad un normale turnover visto che lavorava ininterrottamente da vent'anni in quella categoria (N.B.: Flammini non ricopriva incarichi politici nella segreteria della categoria e quindi la regola statutaria che non si può stare più di otto anni consecutivi in un punto fisso non può essere applicata a lui e quindi lui può stare lì ancora) alla panzana che voleva restare a seguire i camionisti perché gli piace il potere (non so quale sia il potere di cui parlava Burli...). Alla fine è venuta a galla la verità e cioé che l'ordine partiva dalla Filt nazionale. Giova ricordare che più di un anno fa in una riunione alla presenza di un compagno che ora fa parte dell’area di minoranza, Paolo Burli dichiarava scocciato all’allora segretario della categoria Antonio Beccati che gli stava dando già in quel periodo l’opportunità di fare fuori Flammini. Si capisce quindi che le ragioni dell’allontanamento non sono maturate negli ultimi mesi ma da un bel po’ di tempo, ancora prima del congresso del 2010. E' ben vero che la Cgil del Trentino l'estate scorsa ha offerto un posto a Flammini presso l'ufficio vertenze (vietandogli di seguire quelle di chi lavorava come camionista) così come è vero che Flammini alla fine aveva accettato il posto così come è vero che la Cgil del Trentino si è rimangiata la proposta cacciandolo. Sembra che a Flammini sia stato perfino proposto da qualche funzionario della Cgil, pur di liberarsene, un pensionamento anticipato attraverso metodi non proprio regolari. Perché tutto questo accanimento nei confronti di una persona che ha rimesso parte della sua salute nel lavoro (lavoro che non si può fare solo nei normali orari di ufficio ma anche la sera e nei fine settimana visto che i camionisti sono in giro fino alle sette di sera oppure tornano il venerdì sera dall’estero) e che ha un appoggio praticamente all'unanimità da parte dei camionisti, che vogliono che resti a fare il funzionario sindacale alla Filt? Racconto un episodio accaduto anni fa che forse può servire a fare qualche ragionamento. Una multinazionale con sede in provincia di Trento alla fine degli anni ’90 capitola dopo uno sciopero di 8 giorni consecutivi ed è costretta a sottoscrivere un accordo con la Filt. Il testo di quel contratto aziendale introduce una serie di tutele ivi inclusa quella contributiva degli autisti, molto spesso aggirata dai padroni del settore. Un autista, anni dopo ed in prossimità del suo pensionamento, si rivolge ad un avvocato che, letto quell’accordo, ritiene la multinazionale inadempiente e la denuncia all’Inps per evasione contributiva, indicando Fulvio Flammini come possibile interprete delle norme violate. Gli ispettori avviano un’indagine e dopo accurati controlli contestano alla grande impresa qualche milione di euro per mancati versamenti contributivi, proprio sulla scorta dell’interpretazione autentica che Flammini aveva fornito loro per conto della Filt del Trentino. Cos’è accaduto? Che il padrone s’è rivolto ai vertici nazionali Filt ai quali ha chiesto di poter reinterpretare l’accordo. Come è finita? L’accordo è stato reinterpretato a favore dell’azienda e a sfavore dei lavoratori. Quindi, dopo aver ottenuto un buon contratto aziendale, la Filt nazionale concorda con la multinazionale di rivedere in peggio l’accordo. Non vi sembra che ci sia qualcosa di strano? Faccio un’altra considerazione: se un’azienda multinazionale dei trasporti riesce a convincere i vertici della Filt nazionale a modificare un accordo a sfavore dei lavoratori, ho l'impressione che tale azienda multinazionale dei trasporti abbia potuto influenzare anche le decisioni della Cgil trentina nella volontà di allontanare Flammini dal seguire la contrattazione aziendale perché danneggia gli interessi aziendali. Come si può spiegare la gioia delle imprese di autotrasporto alla notizia dell'allontanamento di Flammini dal sindacato? Ci sono ditte che dopo la cacciata di Flammini hanno chiesto alla Filt trentina di ridurre il salario accessorio dei camionisti e che hanno minacciato ritorsioni nei confronti di alcuni di loro che si erano rivolti in passato a lui. Qualche settimana fa alcuni lavoratori della ditta di trasporti ex La Piana sono stati messi in mobilità con il consenso degli attuali vertici della Filt trentina senza che essi abbiano detto nulla in merito, senza verificare se c'era qualche possibilità di tutelarli prima del licenziamento. Vi pare normale? Come è possibile che i lavoratori della ditta multinazionale Arcese proclamino ed attuino uno sciopero di dieci giorni senza l'appoggio della categoria presso la quale sono iscritti? Nemmeno le bandiere della categoria sono state date ai lavoratori… Chi sostituisce Flammini non è all’altezza e sarebbe meglio per i lavoratori che si dimettesse prima possibile. Sboner non ha praticamente mai accettato di parlare con i camionisti iscritti alla Cgil.

Altri esempi di malagestione che la Cgil, nonostante i ricorsi presentati, non ha ritenuto degni di essere sanzionati sono i seguenti: qualche mese fa a Franco Tessadri (altro dirigente sindacale che pochi giorni fa è stato sospeso insieme a Flammini e a Ezio Casagranda), componente della R.s.u. di Trentino Trasporti s.p.a., componente del Comitato direttivo della Filt Cgil del Trentino e componente del Comitato direttivo della Cgil del Trentino, è stato tolto il mandato di rappresentanza della Filt in ambito aziendale e cacciato da una delle commissioni R.s.u. di cui faceva parte. Esecutore materiale il segretario generale Paolo Sboner. Anche Franco Tessadri fa parte dell’area programmatica “La Cgil che vogliamo”. Un caso? Qualche mese fa si è svolta presso la sede della Cgil trentina un’assemblea indetta dall’area programmatica, dove hanno partecipato più persone appartenenti a più categorie. A Franco Tessadri è stato negato dal segretario Paolo Sboner il permesso sindacale per potervi partecipare. Che comportamento è questo? Il 20 settembre scorso sono venuto a conoscenza che un funzionario della Filt trentina ha chiesto dei soldi ad un associato per impugnare sanzioni disciplinari. Solo un malinteso? Non ne sono sicuro visto che sembra che abbia offerto all’associato anche uno sconto per la prestazione. Sono emersi documenti che attestano che Sboner in passato, quando non era ancora segretario generale della categoria, ha utilizzato permessi sindacali per andare in ferie. Il segretario generale della Cgil trentina cosa ha fatto dopo essere venuto a conoscenza dell’uso irregolare dei permessi sindacali? Niente. Anzi ha accusato la minoranza di fare dossieraggio. Chi ha autorizzato Sboner ad utilizzare permessi sindacali per andare in ferie? Antonio Beccati in passato utilizzava il proprio mezzo per le trasferte di lavoro romane con relativo guadagno sul rimborso spese. Questo atteggiamento mi appare come uno strumento poco nobile per “arrotondare” la paga: infatti lo scorso dicembre il direttivo confederale della Cgil del Trentino ha deliberato che per le trasferte dei funzionari sindacali si debba adoperare il mezzo più economico in modo da far risparmiare l’organizzazione. Un provvedimento ad hoc? Sarebbe stato più corretto dire ai lavoratori come vengono spesi i soldi della categoria: è importante che sappiano che persino il costo per l’uso della toilette da parte di un sindacalista è stato rimborsato dalla categoria. Qualche mese fa una lavoratrice ha telefonato al signor Sboner chiedendogli un chiarimento sulla possibilità di ottenere un permesso per studiare e lui, segretario sindacalista, ha telefonato direttamente alla direzione dell’azienda senza l’autorizzazione della lavoratrice comunicando di aver ricevuto la richiesta di chiarimenti da parte della lavoratrice. E’ questo il modo di fare sindacato? Da chi ho saputo questa storia? Da una componente della segreteria confederale della Cgil trentina!

I compagni trentini che hanno aderito all’area programmatica “La Cgil che vogliamo”, compresi quindi anche quelli delle altre categorie, sono stati accusati dalla Cgil del Trentino di strumentalizzare la vicenda per opportunismo ma non è vero: l’area programmatica è presente nella categoria dei trasporti ed i compagni che fanno parte delle altre categorie sostengono la battaglia dei lavoratori. Si chiede il rispetto della democrazia, della rappresentanza, delle regole, del buon senso. E’ strumentalizzazione questa? L’ottobre scorso un dirigente Rsa della Filt Cgil del Trentino, sostenitore della maggioranza, ha presentato le proprie dimissioni sia come membro supplente del Collegio sindacale della categoria sia come Rsa stesso a causa degli allontanamenti di Flammini e di Tessadri. Se anche un componente della maggioranza se ne va, sembra proprio che le accuse di strumentalizzazione si sbriciolino penosamente. Dopo un anno di lotte, se Flammini non rientrerà alla Filt, i camionisti, che rappresentano circa un terzo degli iscritti della categoria, se ne andranno dalla Cgil trentina, causandole un danno di rappresentanza e una consistente perdita di soldi. E il segretario organizzativo della Cgil del Trentino Mirko Carotta qualche giorno fa esce sui giornali chiedendo ai lavoratori e pensionati di iscriversi al sindacato... Le parole dei componenti della segreteria della Cgil trentina sulla democrazia, sulla rappresentanza, sulla regolarità sono vuote. L’area programmatica, viste le infrazioni accadute nella categoria, ha da tempo chiesto un congresso di categoria straordinario come prevede lo statuto ma la Cgil non ha nemmeno risposto (altra infrazione statutaria). Ho l’impressione forte che chi avrebbe dovuto far rispettare le regole se ne stia infischiando di tutta la storia perché è meglio perdere i lavoratori e un bravo sindacalista che avere un problema “politico”. Il comportamento di questa parte di Cgil è vergognoso e la “Cgil che vogliamo” nazionale deve sostenere fattivamente la battaglia per la democrazia, per la rappresentanza e per la legalità.

Mirko Sighel
Componente del Comitato direttivo della Cgil del Trentino

Trento, 14 aprile 2011

giovedì 21 aprile 2011

COMUNICATO INVIATO ALLA SEGRETARIA NAZIONALE DEL NIDIL CGIL IN DATA 21/04/2011



Nel corso della giornata ieri il Comitato dei precari e dei licenziati dalla CGIL ha presidiato simbolicamente gli uffici del Nidil CGIL Nazionale al fine di pervenire al più volte auspicato incontro con la Segreteria Nazionale della CGIL.
Nonostante il presidio si sia protratto per l'intera giornata, la Segreteria Nazionale non ha inteso conferire con i lavoratori licenziati. Dopo ore di lunga attesa, il Segretario Generale del Nidil CGIL ha incontrato la delegazione dei licenziati.
Durante l'incontro, la stessa ha assunto il formale impegno di farsi portavoce ed interprete delle rivendicazioni dei lavoratori, al fine di pervenire subito dopo le festività pasquali, all'incontro con il Segr. Gen. della CGIL Susanna Camusso.
Il Comitato dei precari e dei licenziati dalla CGIL, preso atto dell'impegno assunto, ha quindi deciso di sospendere il presidio in corso confidando che quanto assicurato sul piano fiduciario dalla Segretaria del Nidi,l venga tenuto nella giusta considerazione dalla Segreteria Nazionale della CGIL.
Roma 21/04/2011                                        
                                                                                               Il Comitato dei precari e dei licenziati dalla CGIL

mercoledì 20 aprile 2011

OCCUPATO IL NIDIL CGIL NAZIONALE - DA RADIO ONDA ROSSA

http://ia600605.us.archive.org/5/items/ProtestaControIlNidilCgil/110420occupazionenidil.mp3

I LICENZIATI BUSSANO DUE VOLTE...ALLA CGIL da Radio Città Aperta

20-04-2011/14:01 - E' in corso da metà mattinata un'occupazione piuttosto clamorosa in via Palestro 78 a Roma. Si tratta della sede della Nidil Cgil, la struttura confederale incaricata di seguire e tutelare i lavoratori atipici.
E per essere atipici, i lavoratori che hanno occupato poche ore fa sono “atipicissimi” perchè sono quelli licenziati dalla Cgil stessa e che da mesi stanno protestando contro quello che ritengono un licenziamento immotivato.
Da dieci giorni stavano presidiando la direzione nazionale in Corso d'Italia, ma fino ad ora senza alcun risultato. La vicenda si trascina sin da quando il segretario della Cgil era Guglielmo Epifani, ma anche con l'arrivo della Camusso la situazione non si è sbloccata.
Per cui, ci dice al telefono Simona Miceli, hanno “deciso di passare all'azione con l'occupazione di una sede sindacale e di un sindacato nato proprio per affrontare le mille forme della precarietà e della atipicità dei contratti. Gli occupanti hanno chiesto un incontro ai dirigenti della Nidil Cgil e sono in attesa di una risposta.
Inutile nascondere che le difficoltà di questi lavoratori assai atipici (soprattutto per le caratteristiche del datore di lavoro) nel far conoscere la propria vicenda sono state enormi.“A quanti ci hanno accusato di esserci fatti “strumentalizzare” rispondiamo che è da mesi che inviamo le nostre storie - corredate dalle denunce (esposti e ricorsi) - a tutti i giornali d’Italia” dicono i licenziati nell'apposito blog che hanno aperto http://www.licenziatidallacgil.blogspot.com . “Siccome siamo uomini e donne di sinistra, abbiamo scritto prima di tutto a quei quotidiani che ci sembravano più vicini a noi e dai quali ci saremmo aspettati solidarietà. Per un fatto del tutto naturale e per coerenza con quanto si predica, infatti, era auspicabile che le nostre storie venissero raccontate anche e, soprattutto, da loro (ma solo pochi hanno risposto)” . Se dalla Cgil rispondono che “Più che di cause di lavoro, purtroppo sempre possibili, si è trattato fin dall'inizio di una campagna di aggressione gestita utilizzando siti e piazze virtuali ben prima di giungere nelle aule di tribunali, dopo aver respinto o disatteso ogni incontro”, ben diverso è l'atteggiamento di sindacati di base come l'USB che in un comunicato esprime il proprio sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori licenziati dalla Cgil: “USB è al fianco dei lavoratori, sempre e comunque, anche di questi 30 e più lavoratori che intendono far valere i propri diritti e che per questo motivo si stanno battendo e stanno presidiando la sede nazionale della Cgil” afferma l'Usb. "Oltre 30 lavoratori già dipendenti della Cgil, hanno intrapreso azioni legali nei confronti del proprio “datore di lavoro” che riguardano “lavoro nero, lavoro irregolare, mobbing, molestie, contratti atipici, licenziamenti per rappresaglia e ritorsioni, intermediazione illegittima di manodopera”. 


Il link dell'articolo: http://www.radiocittaperta.it/index.php?option=com_content&task=view&id=6365&Itemid=9

LA STAMPA CHE HA PUBBLICATO E QUELLI CHE INVECE FANNO FINTA DI NIENTE

Il Comitato dei Lavoratori licenziati dalla CGIL ringrazia tutte le testate giornalistiche (Liberazione, La Stampa, il Manifesto, il Giornale, La Primapagina, Giornalettismo, Il Pasquino, Il Punto Rosso, Iustitia) perdonateci se dimentichiamo qualcuno, per aver dato voce alle nostre tristi vicende. A quanti ci hanno accusato di esserci fatti “strumentalizzare” rispondiamo che è da mesi che inviamo le nostre storie - corredate dalle denunce (esposti e ricorsi) - a tutti i giornali d’Italia. Siccome siamo uomini e donne di sinistra, abbiamo scritto prima di tutto a quei quotidiani che ci sembravano più vicini a noi e dai quali ci saremmo aspettati solidarietà. Per un fatto del tutto naturale e per coerenza con quanto si predica, infatti, era auspicabile che le nostre storie venissero raccontate anche e, soprattutto, da loro (ma solo pochi hanno risposto) .
Il giornalista ha, prima di tutto, il dovere di informare. Ringraziamo chi ha semplicemente voluto raccontare dei fatti che – piaccia o non piaccia – sono accaduti, come dimostra il fatto che una delegazione dei licenziati dalla CGIL è in presidio a Roma davanti la sede della CGIL nazionale ormai dallo scorso 8 aprile, rivendicando giustizia e diritti. Tanti giornali hanno fatto finta di non vedere, di non sentire e hanno preferito voltarsi dall’altra parte.
Non permettiamo a nessuno di dirci che ci siamo venduti alla destra. Chi conosce noi e la nostra storia di militanza (sempre a sinistra) sa bene che non è così. Siamo pronti a tirar fuori tutte le mail (con data e ora di spedizione) inviati a TUTTA - e sottolineamo TUTTA - la stampa italiana. Non è certamente colpa nostra se ad accorgersi di quanto stava accadendo sono stati solo in pochi.
Auspichiamo una presa di coscienza da parte degli altri giornali e chiediamo loro di ospitare la nostra denuncia. Raccontare non vuol dire per forza dare torto o ragione. Raccontare non implica che non vi sia il diritto di replica. Le nostre sono storie pubbliche e supportate da denunce che sono al vaglio della Magistratura competente. Non sono cioè, parole in libertà, ma fatti. Fatti che fanno male e feriscono. Indubbiamente. Ad “infangare” non è mai chi denuncia, ma chi commette degli atti non consoni al proprio ruolo e ai valori di cui si mostra portavoce.
Dunque un ringraziamento aperto a tutto coloro che ci hanno dato voce e una richiesta pubblica a tutti i giornalisti seri e imparziali di questo paese (e sappiamo che ce ne sono tanti) di cominciare a rompere questo odioso muro del silenzio che è calato, come una pesante cortina, su di noi.

martedì 19 aprile 2011


Il Comitato dei Lavoratori licenziati dalla CGIL ringrazia il TG1 per aver dato voce alle nostre tristi vicende. A quanti ci hanno accusato di esserci fatti “strumentalizzare” rispondiamo che è da mesi che inviamo le nostre storie - corredate dalle denunce (esposti e ricorsi) - a tutt'’Italia. Il giornalista ha, prima di tutto, il dovere di informare. Il tg1 non ha “costruito” la notizia. Ha semplicemente voluto raccontare dei fatti che – piaccia o non piaccia – sono accaduti, come dimostra il fatto che una delegazione dei licenziati dalla CGIL è in presidio a Roma davanti la sede della CGIL nazionale ormai dallo scorso 8 aprile, rivendicando giustizia e diritti. Spiace constatare che il TG1 sia stato l’unico telegiornale a darci voce. Gli altri hanno preferito voltarsi dall’altra parte.
Non permettiamo a nessuno di dirci che ci siamo venduti alla destra. Chi conosce noi e la nostra storia di militanza (sempre a sinistra) sa bene che non è così. Siamo pronti a tirar fuori tutte le mail (con data e ora di spedizione) inviati a TUTTI - e sottolineamo TUTTI - gli organi di informazione mediatica. Non è certamente colpa nostra se ad accorgersi di quanto stava accadendo è stato solo il TG1.
Raccontare non vuol dire per forza dare torto o ragione. Raccontare non implica che non vi sia il diritto di replica. Le nostre sono storie pubbliche e supportate da denunce che sono al vaglio della Magistratura competente. Non sono cioè, parole in libertà, ma fatti. Fatti che fanno male e feriscono. Indubbiamente. Ad “infangare” non è mai chi denuncia, ma chi commette degli atti non consoni al proprio ruolo e ai valori di cui si mostra portavoce.
Dunque un ringraziamento aperto al TG1 e una richiesta pubblica a tutti i giornalisti seri e imparziali di questo paese (e sappiamo che ce ne sono tanti) di cominciare a rompere questo odioso muro del silenzio che è calato, come una pesante cortina, su di noi.

19 aprile alle ore 11.28 LAVORO – DI BIAGIO (FLI), IN STRADA CON I LICENZIATI CGIL

Roma, 19 aprile 2011 – “Accanto a questi giovani abbandonati dalle istituzioni, abbandonati dal sindacato al quale hanno offerto la loro professionalità e competenza, si comprende quanto ancora bisogna fare in Italia a tutela delle fasce più deboli dei lavoratori, soprattutto se a violare i diritti fondamentali è proprio il primo sindacato italiano”. Lo dichiara Aldo Di Biagio, deputato Fli che ha partecipato al sit-in di protesta del comitato dei licenziati della Cgil, che da dieci giorni si svolge fuori alla sede romana del sindacato. “Molti sono stati gli atti parlamentari indirizzati al ministro Sacconi per chiedere chiarimenti – spiega – ma i riscontri sono stati scarsi, per tale ragione si svolgerà a breve un question time in aula per chiedere al Ministero di intervenire a tutela di questi lavoratori, usati e poi buttati della Cgil, senza alcun contratto né garanzia né giusta causa”. “Fermo restando il rispetto per il ruolo storicamente consolidato dei sindacati –conclude – è ignobile pensare che questi possano operare ed agire in una sorta di anarchia, sfuggendo essi stessi a quelle norme per le quali anni addietro hanno combattuto. La tutela ed i diritti valgono per tutti anche per i loro stessi impiegati”.

sabato 16 aprile 2011

LA STORIA DI MARINELLA TONINI LICENZIATA DALLA CGIL DI GROSSETO

Continuano ad arrivarci e-mail di persone che si mettono in contatto con noi per raccontarci le loro storie di precari e licenziati dalla CGIL. Naturalmente scegliamo di dare spazio a quelle sulle quali c'è già avviato un percorso dinnanzi alla Magistratura competente, ciò onde evitare strumentalizzazioni.
Il fatto però che ci siano casi di persone che non hanno avuto la forza nè il coraggio di denunciare, dovrebbe far riflettere tutti. I lavoratori licenziati dal sindacato sono quasi sempre soli e privi di tutela.
Di seguito la storia di Marinella Tonini licenziata dalla CGIL di Grosseto, reintegrata dal giudice e licenziata cinque minuti dopo dal sindacato. Alleghiamo anche la lettera che scrisse a Guglielmo Epifani per raccontargli ciò che stava accadendo. Naturalmente questa lettera, come tante altre, scritte dai lavoratori licenziati dalla CGIL, rimase senza risposta.
Una riflessione è d'obbligo. E' possibile che tutte queste persone siano pazze? E' possibile che una mattina ci si svegli e si decida di "aggredire" gratuitamente un sindacato al quale si è aderito per anni con spirito di appartenenza? E' possibile che tutte queste persone sono state e restano compagni e compagne che hanno amato la CGIL e ne hanno condiviso valori e battaglie?
C'è o non c'è qualcosa che non va'? Perché continuare a far finta di niente?


Il tutto inizia alla fine del 2002
Viene  inviata a tutti i  livelli dell’organizzazione una lettera diffamatoria nei miei confronti  a nome della funzione pubblica firmata dal  suo segretario.
Vista l’impossibilità di far valere le mie ragioni e tutelare la mia onorabilità sono stata costretta a sporgere querela contro il firmatario della stessa.
Da allora la vita è diventata  un inferno: ho dovuto subire ogni sorta di pressione affinchè ritirassi la querela, mi era stata offerta anche una somma di denaro per abbandonare spontaneamente l’organizzazione.
Ho dovuto cedere e ritirare la querela, pensavo fosse finita e invece il bello doveva ancora arrivare:
Nel febbraio 2005 passaggio dal libro paga della Camera del Lavoro a quello della Società che gestisce il CAAF. (con verbale di intesa che garantiva il mio rientro in CGIL alla scadenza dell’incarico di direttore di detta società). Hanno aspettato il primo pretesto ed ecco il licenziamento:
Tutto costruito ad arte: Mi vengono richieste con la solita e già conosciuta insistenza le dimissioni dall’incarico con la rassicurazione di un rientro immediato in CGIL ad altro incarico anche se di livello inferiore .  Stanca della situazione accetto e consegno le dimissioni  “dall’incarico di direttore”.  Quel giorno ho firmato la mia uscita dalla CGIL

Il giudice del Tribunale di Grosseto accoglie in pieno il mio ricorso condannando la società al pagamento delle mensilità  dalla data del licenziamento alla data dell’udienza e all’immediato reintegro ( nelle sua difesa la CGIL ha  cercato in tutti i modi di dimostrare che non vi erano i 15 dipendenti per l’applicazione della’art. 18 )

Obbligati alla riassunzione cosa fanno? Mi licenziano di nuovo!!!!
Motivazione “ non hanno  alcuna possibilità per una mia collocazione”


Purtroppo  per me la Corte di Appello di Firenze accoglie la loro tesi.
Per I giudici io  Mi sono dimessa non mi hanno licenziata!!!!!
Adesso sono in attesa della decisone della Cassazione.

Comunque vada non mi arrenderò! Ovvio se sarà favorevole la strada sarà in salita, ma anche se sarà sfavorevole andrò avanti con il licenziamento CGIL in base all’accordo sottoscritto.
Mi batterò fino a che avrò fiato!!!!!!!!!!!!
Ovviamente ho attivato tutta la procedura interna prevista dallo statuto………ho scritto ai segretari regionali che si sono succeduti nel tempo, mai nessuna risposta..l’ ultima nota, che vi allego,  l’ho inviata ad Epifani e per conoscenza a tutta la segreteria nazionale e regionale, quindi anche alla Camusso. Ovviamente nessuna risposta .


     Al compagno Guglielmo Epifani
     Segretario Generale CGIL

     E,p.c;         Ai compagni/e   componenti la Segretaria Nazionale

                      Ai compagni/e  componenti la  Segreteria Regionale Toscana 



Caro compagno Epifani

sono trascorsi quasi  due anni dal mio  brutale allontanamento dall’organizzazione, due anni per me molto difficili trascorsi   tra  amarezza, delusione e incredulità  per la ferocia con la quale mi si è voluto colpire.
Prima forzandomi ad un atto di responsabilità facendomi dare le dimissioni dall’incarico assegnatomi, successivamente utilizzandolo per licenziarmi dalla Società Servizi e dalla CGIL e infine per licenziarmi di nuovo.
Aggressione questa  si direbbe del miglior padrone!

Dopo aver operato  per oltre 30 anni  nella CGIL Grossetana  ed aver creduto e contribuito  all’affermazione dei  valori  cardine  che hanno fatto grande l’organizzazione  anteponendoli   ai bisogni personali,   questo epilogo  ha messo in discussione tutte   le mie certezze.   

Eppure appena  6 anni fa  solo per un preavviso di licenziamento, appena ne sei venuto a conoscenza via radio  da uno pseudo grossetano  con accento milanese, nella trasmissione radio anch’io,     sei intervenuto immediatamente , pensando, credo, che fossero stati lesi i diritti individuali di quel lavoratore, oggi guarda caso, segretario di Organizzazione.

Mi ricordo benissimo il titolo del quotidiano “ La CGIL licenzia un dirigente:  Epifani tuona e lo riassume

Io appena avuto il duplice  licenziamento dalla Società Servizi e dalla CGIL , non sono ricorsa ai clamori della stampa per difendermi, ma al contrario nonostante la pesante ingiustizia riservatami  ho cercato di difendere l’organizzazione  intraprendendo  la  procedura interna. Purtroppo, e qui la prima grande delusione, tutti i vari livelli dell’organizzazione hanno fatto calare nel nulla le mie pesanti privazioni.
 Eppure la compagna  Maria Troffa, in  nome  del Comitato di Garanzia interregionale centro, nel giugno 2007 mi comunicava che per la problematica evidenziata aveva ritenuto utile inviare la pratica al dipartimento Organizzazione.
Dunque i dipendenti della CGIL e delle sue dirette società,  come ho potuto constatare, non hanno purtroppo il sindacato   che possa difenderli (è  cosa normale?).

Ho atteso in silenzio  la decisione del Giudice del Lavoro che   ha accolto il mio primo  ricorso e riconosciuto il diritto alla reintegra nel mio posto di lavoro.




Il Segretario della CGIL Grossetana,  invece  di comunicarmi la data  per riprendere lavoro, mi ha inviato una nuova lettera di licenziamento  per giustificato motivo oggettivo:
non ci sono mansioni da assegnarmi!.  Né all’interno della Società né tanto meno all’interno della Camera del Lavoro,  nella quale avrei dovuto rientrare con diritto   come da accordo con lo stesso sottoscritto.

Il Segretario della Camera del Lavoro di Grosseto  oltre che  ignorare i fondamentali diritti dei lavoratori   Ignora anche le decisioni della magistratura.   Chi gli da questo potere?

Perché questo  risentimento  violento e aggressivo nei   miei confronti ?    
Mi chiedo come sia possibile che tutta la CGIL  taccia di fronte ad una così grave violazione dei diritti fondamentali sanciti dai contratti collettivi di lavoro  prima ancora che dalla legislazione.
Come è possibile che tutti i livelli dell’organizzazione siano chiusi in un’assordante silenzio di fronte a comportamenti  che mettono in discussione i valori fondamentali che essi stessi rappresentano?  Ma…. Misteri di questa  CGIL!

All’ inagurazione della nuova sede hai affermato che il periodo buio era passato, che bisognava guardare avanti e che era stata ripristinala la democrazia. Quale democrazia?
Quella dove ci sono solo amici o nemici?  Quella dell’autoritarismo assoluto, dove non c’è spazio al dibattito e alla libera espressione?
Quella dei rancori e delle vendette personali?
E’ questa la  “democrazia che hai voluto ripristinare a Grosseto” ?  Spero di no.

Ma purtroppo questo è il risultato.

E allora mi chiedo e ti chiedo   come può la CGIL dei diritti  e soprattutto tutto il suo gruppo
dirigente  permettere che  accadano i fatti sopra esposti  o peggio ancora cercare di nasconderli distorcendoli e stravolgendo la verità?

Perché anche da parte tua queste diverse sensibilità ?

Eppure i regolamenti e lo  statuto recitano  che i dipendenti e gli iscritti hanno diritto alla piena tutela sia individuale sia collettiva dei propri diritti e interessi economici, sociali, professionali e morali ,   ma a quanto pare i fruitori di detti diritti  sono   ad assoluta  discrezione  di chi detiene il potere  pro - tempore   di questa CGIL.

Ai noi che brutta fine se questo è il gruppo dirigente selezionato per rigenerare la CGIL!

Gli oltre 30 anni di militanza in questa organizzazione mi hanno comunque  insegnato a combattere per affermare i diritti della persona e,  anche se  da sola,  lotterò fino in fondo con ogni mezzo consentito per salvaguardare e difendere la mia integrità morale e professionale. 

Attendo una tua risposta  alla quale sono convinta di avere diritto,  in un dialogo corretto e leale tra compagni,  senza   ricorrere  ai clamori dei media.    

Cordialmente.
   Marinella Tonini



Grosseto, 29 Settembre 2008
 



venerdì 15 aprile 2011

COMUNICATO STAMPA DI RISPOSTA ALLA SEGRETERIA NAZIONALE CGIL

COMITATO PRECARI E LICENZIATI DALLA CGIL 
COMUNICATO STAMPA   15 APRILE 2011 
Il Comitato dei precari e dei Licenziati Dalla cgil, in presidio permanente di protesta davanti alla sede della Cgil Nazionale dal 08-04-11, ha appreso che in data 13-04-11 la segr. naz. della Cgil ha diffuso a tutte le sue strutture, una nota (che alleghiamo) che intenderebbe fare chiarezza sulle vertenze in atto e ormai sostenute da ampi settori dell'opinione pubblica nazionale, nonchè da varie realtà associative e sindacali. Premesso che non intendiamo entrare nel merito delle ragioni che hanno indotto la segr. naz. a diffondere tale nota, nè tantomeno sulle valutazioni di ordine politico e mediatico a cui detta nota fà riferimento. Ci limitiamo esclusivamente ad evidenziare che da parte nostra NON vi è stata alcuna azione finalizzata ad "AGGREDIRE" la Cgil, anzi al contrario da sempre, la esplicita volontà di risolvere tutti i contenziosi in atto. Non possiamo tuttavia esimerci dal puntualizzare quanto la nota riferisce circa la situazione vertenziale dei singoli lavoratori e delle lavoratrici (nella nota sono indicati con nome e cognome, con qualche legittimo dubbio sulla privacy dei medesimi). Riteniamo quindi necessario ed utile una precisa, corretta e completa, informazione sui singoli casi citati nella suddetta nota, non solo come detto, per completezza e correttezza di informazione, quanto e soprattutto in ragione di una elementare forma di tutela della dignità delle persone, le cui vicende non possono essere rappresentate in maniera assai distorta e certamente parziale, al fine di proseguire nel tentativo di ridimensionare la gravità delle vicende in atto. Ribadiamo infatti, che NESSUNA istanza della Cgil, ha MAI APPROFONDITO le questioni poste dai singoli lavoratori e pertanto quanto affermato nella nota della segr. naz., ha come unico obiettivo proprio quello di EVITARNE l'approfondimento. Ci appare altresì opportuno puntualizzare che, nonostante ci si trovi in presenza di singoli casi (che peraltro continuano ad aumentare: Luca Paoli, Fabio Buono, Marinella Tonini) pur nella loro diversità, messi insieme, sollevano un indubbio problema politico,organizzativo, statutario e regolamentare, interno alla cgil.Diamo atto alla Cgil nazionale, di avere tentato, solo per alcuni dei casi citati, nel mese di maggio e novembre del 2010, e comunque sempre in seguito a nostre iniziative di protesta, di aver tentato di promuovere incontri tra i lavoratori e le strutture interessate. Ci preme informare la Cgil Naz. che tali incontri, nei limitati casi, ove siano avvenuti, NON HANNO PRODOTTO ALCUN RISULTATO, non già per la indisponibilità dei lavoratori interessati quanto per l'assoluta INDISPONIBILITA' delle strutture periferiche della cgil che, peraltro sono le stesse strutture che tali situazioni hanno determinato e causato.Per tali ragioni, abbiamo ritenuto indispensabile sollecitare la Cgil Naz. ad avocare a sè il coordinamento e la gestione delle singole vertenze individuali, e ciò al fine di evitare il reiterarsi di tali incresciose situazioni nonchè il loro eventuale proliferare. Per quanto premesso e rappresentato reiteriamo la formale richiesta di un incontro urgente con la segr. naz. della Cgil finalizzato alla necessità di concordare un metodo condiviso e funzionale che affronti le controversie in atto e ribadisca il principio statutario e regolamentare che disciplina la gestione dei rapporti di lavoro all'interno di tutte le strutture della cgil e di cui proprio la cgil naz. ne deve essere garante. 
Il Comitato Licenziati Dalla cgil Roma, 15-04-2011


“LICENZIATI DALLA CGIL”: CONTINUA UNA PRETESTUOSA AGGRESSIONE ALLA CGIL

E’ uscito un comunicato su diversi siti internet con il quale si vorrebbe dimostrare che i casi di contenziosi con la CGIL per presunti “licenziamenti” sarebbero ben più dei sei da noi dichiarati in polemica con un servizio messo in onda dal tg 1.
Come avevamo già detto la ricerca strumentale di una polemica contro la nostra organizzazione si nutre di “casi” fra di loro diversissimi che ben poco hanno a che vedere con termini utilizzati nei vari comunicati, quali “precari”, “licenziati”, ecc.

Ma vediamo ora i casi citati:

1) Alessandra Mangano. Ha completato la collaborazione a progetto per la quale aveva un regolare contratto con una struttura siciliana.

2) Alma Bianco. Amministratrice di diverse categorie della CGIL di Messina. Viene licenziata essendo ritenuta responsabile di una serie di sottrazioni di risorse pari all’ordine di varie decine di migliaia di euro. La CGIL di Messina e otto categorie provinciali hanno presentato denuncia alla competente Procura della Repubblica.

3) Alfredo Curcio. Già segretario della Camera del Lavoro di Lamezia Terme. In pensione da quattro anni

4) Anna De Biase. Rapporto di lavoro occasionale con Fillea Napoli nel 2007. Terminato il rapporto la signora De Biase ne rivendica la trasformazione in un contratto a tempo indeterminato.

5) Aurelio Benigno. Ha ricoperto incarichi nel sindacato degli edili calabresi, la Fillea. E’ in pensione da 4 anni circa. Collabora con un’altra organizzazione sindacale.

6) Barbara Tundis. La signora, che operava presso una sede decentrata della Camera della CGIL di Castrovillari, si è volontariamente licenziata per seguire la propria attività di studio.

7) Francesco Raschillà. Già segretario della Fillea regionale Calabria. Dopo un lungo periodo di assenza dal lavoro, riprende la sua attività anziché in CGIL presso Edilcassa regionale, di cui è dipendente da circa 10 anni.

8) Giovanni Sapienza. Non ha mai lavorato per la CGIL di Catania. Lo dimostrano tutte le documentazioni lavorative che riguardano il signor Sapienza.

9) Paolo Ferraro. Presta servizio civile presso la CGIL di Cosenza. Successivamente assunto da una cooperativa cura la pulizia dei locali della CGIL. Rivendica differenze retributive.

10) Pinuccio Giuri. Presidente del Caaf (SrL) di Lecce di cui era anche dipendente. Licenziato perché accusato di aver sottratto risorse nella sua disponibilità. Denunciato dalla CGIL di Lecce per appropriazione indebita. Il Caaf di Lecce è stato posto in liquidazione volontaria con l’impegno a riassumere tutti i dipendenti con eventuale esclusione di quanti avessero maturato responsabilità oggettive nella colpevole conduzione del Caaf stesso.

11) Manuela Ceraulo; Donatella Coppola; Caterina Giuri; Maria Linciano; Marinella Pagliula; Emanuela Paola Vitali. Tutti ex dipendenti del Caaf di Lecce chiuso per fallimento. Esclusi due casi (si veda il punto precedente per le ragioni e, per altro, si tratta di rapporti di lavoro mai autorizzati dal Consiglio di Amministrazione), è stato offerto loro il reincarico che è stato rifiutato. Alcuni di loro lavorano presso i Caaf di altre organizzazioni sindacali.


12) Romina Licciardi. Viene interrotto il rapporto di lavoro perché svolgeva attività presso un ente pubblico nel periodo di assenza per malattia. A Romina Licciardi è stata offerta una ricollocazione che è stata rifiutata. La magistratura di Ragusa ha dato parere negativo su due ricorsi presentati dalla signora Licciardi, il primo circa un presunto comportamento antisindacale della CGIL di Ragusa ed il secondo circa una denuncia per molestie sessuali subite circa dieci anni fa.


13) Simona Miceli. Viene interrotto il rapporto di lavoro per superamento del periodo massimo di assenza. Pur convinti delle ragioni a favore della struttura locale, ma vista la complessità della situazione, si è cercato ripetutamente una intesa alla quale non è stato dato seguito non per responsabilità della CGIL. Val la pena di segnalare che nel corso di un diverbio con la signora Miceli, il segretario generale della confederazione interessata si lasciò andare ad espressioni non coerenti con il proprio ruolo ed è stato prontamente rimosso dall’incarico.


14) Tommaso Fonte. Si candida alle elezioni regionali mentre ricopre l’incarico di segretario generale della CGIL di Ragusa. La candidatura è incompatibile con l’incarico sindacale e pertanto rientra nel luogo di lavoro, che sono le ferrovie. Ad oggi milita in un’altra organizzazione sindacale.


Inoltre, la polemica è stata accompagnata dall’affermazione che la CGIL si rifiuterebbe di incontrare le persone sopracitate.
 

Anche questo è falso, infatti:
a) Nel mese di maggio 2010 si dà vita ad un primo incontro collettivo. Vengono incontrati Romina Licciardi (si dà vita di seguito ad una serie di incontri a Ragusa tesi a determinare una ricollocazione della signora);
Alessandra Mangano (l’incontro non sortisce risultato alcuno né vengono accolti dalla dott.ssa Mangano gli inviti dichiarati nella stessa sede ad ulteriori approfondimenti); Simona Miceli (la signora rifiuta di incontrare le strutture calabresi, si dà vita a distanza di poco tempo ad un incontro fra legali che non sortisce risultati);
diverse persone che operavano presso il Caaf di Lecce, chiuso per fallimento (si dà vita ad un incontro formale pochi giorni dopo a Bari che va deserto).


b) Nel mese di novembre si dà vita ad un secondo incontro collettivo e vengono incontrati: Romina Licciardi (si conferma la prosecuzione degli incontri già avviati a Ragusa e l’impegno della CGIL. La signora, a nostra insaputa, aveva nel frattempo già presentato denuncia alla Procura della Repubblica contro la CGIL); Giovanni Sapienza (situazione sconosciuta, seduta stante si definisce l’impegno ad un incontro con gli avvocati di parte.
La richiesta scritta della confederazione catanese non sortisce effetto alcuno); Simona Miceli (si incontrano subito dopo di nuovo i legali ma non si dà ulteriore seguito); Barbara Tundis (parte a distanza di poche ore la richiesta di incontrare i legali di parte).


Non vogliamo immaginare che ci sia un’esplicita scelta di attacco alla nostra organizzazione, certo avendo di fronte ai singoli casi tenuto un comportamento lineare, se necessario avendo corretto scelte sbagliate di singoli dirigenti, pensiamo sia giusto che tutti conoscano i fatti e non le strumentalizzazioni.


Segreteria Nazionale CGIL
Roma, 13 aprile 2011


 

giovedì 14 aprile 2011

NUOVO COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO

Continua l'estenuante presidio dinnanzi la sede della CGIL Nazionale da parte della delegazione del Comitato dei Lavoratori licenziati dalla CGIL mentre Susanna Camusso continua  a non ricevere i lavoratori.
Pubblichiamo intanto il nuovo comunicato stampa inviato pochi attimi fa' e invitiamo tutti gli amici e i sostenitori che in queste ore difficili ci stanno facendo sentire tutta la loro solidarietà a recarsi al presidio in Corso d'Italia. Grazie

COMUNICATO STAMPA


In relazione alla risposta di Susanna Camusso alla nostra petizione, arrivata in data 8 aprile 2011 alle ore 20,35  riteniamo utili alcune precisazioni:

Spiace notare che la risposta sia stata data soltanto dopo un servizio sulla nostra protesta, mandato in onda dal TG1, e dopo un mese di distanza dall’invio della petizione (6 marzo 2011). Un’ultima considerazione è d’obbligo: non si può non riscontrare una profonda discrasia tra la dichiarazione della Segreteria Nazionale pervenutaci in data 8 aprile 2011 e l’ordine del giorno che fu approvato, all’unanimità, in sede congressuale nel maggio 2010 e che riportiamo in calce alle dichiarazioni delle lavoratrici.
Romina Licciardi: Si apprende che il licenziamento è avvenuto in quanto la lavoratrice mentre era in malattia svolgeva attività lavorativa per un ente pubblico.
la Licciardi non ha mai fatto mistero di svolgere su indicazione della Cgil di Sicilia il compito di Consigliera di Parità (figura prevista dalla normativa vigente) e che l'attività non si configura quale attività di lavoro dipendnete.
Si è nella convinzione che il licenziamento intimato sia pretestuoso oltrechè illegittimo.


Alma Bianco: Sostenere che il licenziamento sia avvenuto in quanto la stessa si era appropriata indebitamente di somme appartenenti all'organizzazione è un'affermazione forte che potrà essere oggetto di valutazione legale a maggior ragione che è stata presentata una denuncia all'Autorità Giudiziaria che fino a oggi non rappresenta prova di colpevolezza.
Si sottolinea che la Bianco ha presentato denuncia alla Guardia di Finanza e alla Procura della Repubblica  nei confronti dei vertici della Cgil di Messina ma non sembra che si sia provveduto a licenziare i denunciati. In casi simili con datori di lavoro diversi si è sempre sostenuto che il lavoratore andava trasferito in mansioni diverse o sospeso con diritto alla retribuzione in attesa che la Magistratura concludesse le proprie indagini.
Forse queste regole non trovano applicazione all'interno della Cgil?

Inoltre tiene a precisare che la stessa ha già presentato ricorso nei confronti della CGIL di Messina per: lavoro nero, mancata applicazione regolamento nazionale CGIL, mancato TFR e differenze retributive per 25 anni di lavoro all’interno dell’organizzazione.

Alessandra Mangano: In relazione alla risposta della segreteria nazionale della Cgil alla petizione delle donne licenziate dalla CGIL a Susanna Camusso, mi limito a osservare che sarà il giudice del lavoro adito a decidere se il contratto a progetto stipulato con il Centro Studi della Cgil Siciliana fosse viziato da irregolarità tali da renderlo nullo.

Barbara Tundis: Trovo la replica della Camuso alla nostra  petizione pubblica inadeguata, soprattutto nel momento in cui si riferisce singolarmente ai casi delle firmatarie.
Per ciò che riguarda me, in particolare, la Camusso si limita ad affermare con estrema sufficienza che la Sig. Tundis Barbara si è dimessa volontariamente per ragioni di studio, sorvolando su tutte le denunce da me avanzate. Insomma poco importa che io mi sia dimessa perché non accettavo di far parte di un organizzazione sindacale che nelle piazze lottava per i diritti dei lavoratori  e subito dopo mi  chiedeva di capire che non c’erano le condizioni economiche per regolarizzare la mia situazione lavorativa, non merita menzione l’aver denunciato di aver lavorato a nero per la CGIL, ancor meno interessante, per la Camuso, il fatto che avevo un contratto part-time mentre lavoravo a tempo pieno nella camera di lavoro di Cetraro. Nessuna considerazione a riguardo, nessuno mi ha convocato per ascoltare le mie ragioni, nonostante l’11 Novembre in occasione della manifestazione organizzata dal comitato dei precari e dei licenziati della CGIL presso la sede della CGIL Nazionale, il segretario confederale Enrico Panini avesse affermato che avrebbe incaricato il segretario Comprensoriale di Castrovillari Angelo Sposato di analizzare la mia vicenda.
Da allora solo silenzio, ed oggi, dopo aver chiesto un incontro con il segretario nazionale della CGIL , dopo l’ennesima protesta del Comitato dei precari e dei licenziati della CGIL  arriva la gelante replica SCRITTA della Camusso.
Simona Micieli. Per lungo tempo la lavoratrice ha auspicato che venisse trovata, da parte della CGIL, una soluzione positiva alla vicenda che la riguardava e cioè che il suo rapporto di lavoro fosse trasformato da part-time in tempo pieno regolarizzando economicamente e contributivamente quanto da lei svolto. Ma questo IN CONCRETO non è mai avvenuto.
Ciò che la Segreteria Nazionale sostiene e cioè  che "il segretario generale della confederazione interessata si lasciò andare ad espressioni non coerenti con il proprio ruolo ed è stato prontamente rimosso dall’incarico" (ne siamo poi proprio sicuri che il segretario sia stato rimosso? Perché a noi non risulta) non rappresenta altro che il riconoscimento, da parte della CGIL,  di quanto denunciato dalla Micieli.
Non si comprende dunque come mai il segretario "sia stato rimosso dall'incarico" (cosa ripetiamo da provare) e non sia stato poi trovato conseguentemente un accordo con la lavoratrice.
Ordine del Giorno
Congresso CGIL: odg approvato sui precari in CGIL
Ordine del giorno
Congresso Nazionale confederale CGIL


All’apertura dei lavori del XVI Congresso Nazionale della CGIL che ha come slogan la frase “Con la Cgil per difendere il lavoro e liberare i diritti”, alcuni lavoratori in maniera simbolica si sono incatenati davanti ai cancelli del Palacongressi.

Nel corso degli ultimi mesi, anche attraverso servizi e/o articolo su TV e giornali sono emersi casi di denuncia da parte di lavoratori dipendenti CGIL di diverse regioni che lamentavano la violazione da parte del nostro sindacato dei più elementari diritti.

Licenziamenti senza giusta causa, mobbing, non rispetto degli orari di lavoro, finti contratti di lavoro parasubordinato etc. che hanno anche portato, in alcuni casi, ad indagini da parte della magistratura.

Il Congresso ritiene grave che all’interno della nostra organizzazione possano essere presenti casi di lavoratori con rapporto o condizioni di lavoro irregolare o in violazione delle regole della CGIL.

Un sindacato che combatte, come affermato giustamente nella relazione introduttiva dal segretario Generale, la precarietà deve essere estraneo a qualsiasi forma di lavoro irregolare o precario al proprio interno.

Il Congresso dà pertanto mandato agli organismi dirigenti di accertare la realtà della situazione e di risolvere con tempestività le situazioni che risultassero in violazione dei diritti del lavoro o delle regole della CGIL attraverso la loro rimozione garantendo condizioni e stabilità occupazionale per i lavoratori coinvolti.

Si debbono inoltre attivare gli organismi statutari preposti per accertare le responsabilità individuali e per irrogare eventuali sanzioni disciplinari.

Il Congresso impegna tutta la CGIL e le sue strutture nazionali e territoriali a fare in modo che non vi siano episodi di violazione dei diritti del lavoro per i dipendenti dell’organizzazione.



mercoledì 13 aprile 2011

SOLIDARIETA' DEI COBAS GINORI AI LICENZIATI DALLA CGIL


I COBAS GINORI SOSTENGONO E SONO SOLIDALI CON IL COMITATO LICENZIATI DALLA CGIL

Lavoro nero, mobbing, molestie. E ancora, licenziamenti illegittimi, sfruttamento, ritorsioni e discriminazioni. Ma chi è il datore di lavoro? LA CGIL, IL PIU’ GRANDE SINDACATO ITALIANO. Sì, proprio quello delle campagne contro il lavoro irregolare e contro ogni tipo di discriminazione.
Alcuni  lavoratori vittime di questi abusi, licenziati e vessati dalla CGIL stanno presidiando da giorni la sede nazionale del sindacato a Roma, pretendendo delle risposte e facendo sentire la propria voce per vedere riconosciuti i propri diritti.
I delegati e gli iscritti Cobas della Richard Ginori di Sesto Fiorentino, che ben conoscono i comportamenti di questo sindacato che si sciacqua la bocca con le regole e la democrazia nelle piazze, ma che nelle proprie stanze si comporta come il peggiore ed arrogante dei padroni, sono vicini a quei lavoratori ed esprimono tutta la loro solidaretà alla loro lotta per affermare la verità e la giustizia.
Sesto Fiorentino, 13/04/2011 COBAS GINORI

LA RISPOSTA DI SIMONA MICIELI A SUSANNA CAMUSSO


Per lungo tempo la lavoratrice ha auspicato che venisse trovata, da parte della CGIL, una soluzione positiva alla vicenda che la riguardava e cioè che il suo rapporto di lavoro fosse trasformato da part-time in tempo pieno regolarizzando economicamente e contributivamente quanto da lei svolto. Ma questo IN CONCRETO non è mai avvenuto.
Ciò che la Segreteria Nazionale sostiene e cioè  che "il segretario generale della confederazione interessata si lasciò andare ad espressioni non coerenti con il proprio ruolo ed è stato prontamente rimosso dall’incarico" (ne siamo poi proprio sicuri che il segretario sia stato rimosso? Perché a noi non risulta) non rappresenta altro che il riconoscimento, da parte della CGIL,  di quanto denunciato dalla Micieli.
Non si comprende dunque come mai il segretario "sia stato rimosso dall'incarico" (cosa ripetiamo da provare) e non sia stato poi trovato conseguentemente un accordo con la lavoratrice.

SOSTEGNO USB AI LAVORATORI LICENZIATI DALLA CGIL -

Roma – mercoledì, 13 aprile 2011

 
Oltre 30 lavoratori già dipendenti della Cgil, hanno intrapreso azioni legali nei confronti del proprio “datore di lavoro” che riguardano  “lavoro nero, lavoro irregolare, mobbing, molestie, contratti atipici, licenziamenti per rappresaglia e ritorsioni, intermediazione illegittima di manodopera”.



E' evidente che se tali denunce fossero confermate emergerebbe un comportamento della Cgil a dir poco paradossale ed incoerente, anche se va ricordato a tutti che questa confederazione non ha certo mostrato evidente contrarietà rispetto alle leggi ed alle norme relative a precarietà/flessibilità del lavoro in entrata introdotte nell’ultimo decennio, a partire dal “Pacchetto Treu”.



Come potrebbe giustificare tali comportamenti nei confronti dei propri dipendenti una organizzazione sindacale che oggi enuncia la sua avversità a precarietà e lavoro nero? Altrettanto incoerente sarebbe poi la partecipazione alla manifestazione del 9 aprile contro la precarietà e lo stesso sciopero del 6 maggio prossimo.



USB è al fianco dei lavoratori, sempre e comunque, anche di questi 30 e più lavoratori che intendono far valere i propri diritti e che per questo motivo si stanno battendo e stanno presidiando la sede nazionale della Cgil.



USB ritiene gravissimo il contesto nel quale si sta evolvendo la denuncia del Comitato Precari e Licenziati dalla Cgil e sostiene la richiesta dei lavoratori in lotta di essere ricevuti dal proprio “datore di lavoro” per ottenere risposte adeguate.
USB Unione Sindacale di Base

LA RISPOSTA DI BARBARA TUNDIS A SUSANNA CAMUSSO


Trovo la replica della Camuso alla nostra  petizione pubblica inadeguata, soprattutto nel momento in cui si riferisce singolarmente ai casi delle firmatarie.
Per ciò che riguarda me, in particolare, la Camusso si limita ad affermare con estrema sufficienza che la Sig. Tundis Barbara si è dimessa volontariamente per ragioni di studio, sorvolando su tutte le denunce da me avanzate. Insomma poco importa che io mi sia dimessa perché non accettavo di far parte di un organizzazione sindacale che nelle piazze lottava per i diritti dei lavoratori  e subito dopo mi  chiedeva di capire che non c’erano le condizioni economiche per regolarizzare la mia situazione lavorativa, non merita menzione l’aver denunciato di aver lavorato a nero per la CGIL, ancor meno interessante, per la Camuso, il fatto che avevo un contratto part-time mentre lavoravo a tempo pieno nella camera di lavoro di Cetraro. Nessuna considerazione a riguardo, nessuno mi ha convocato per ascoltare le mie ragioni, nonostante l’11 Novembre in occasione della manifestazione organizzata dal comitato dei precari e dei licenziati della CGIL presso la sede della CGIL Nazionale, il segretario confederale Enrico Panini avesse affermato che avrebbe incaricato il segretario Comprensoriale di Castrovillari Angelo Sposato di analizzare la mia vicenda.
Da allora solo silenzio, ed oggi, dopo aver chiesto un incontro con il segretario nazionale della CGIL , dopo l’ennesima protesta del Comitato dei precari e dei licenziati della CGIL  arriva la gelante replica SCRITTA della Camusso.

martedì 12 aprile 2011

4° GIORNO DI LOTTA: NEWS DALLA PROTESTA. COMUNICATO STAMPA GIORNO 12 APRILE 2011


Comunicato stampa del 12 aprile 2011
Nel corso della giornata di oggi si è svolta un’ulteriore protesta da parte del Comitato dei lavoratori licenziati dalla CGIL con il sostegno dei Punti San Precario, protesta che si è esplicitata in un un presidio tenuto davanti agli studi di Cinecittà luogo dell’iniziativa organizzata dalla FLAI CGIL con tema DONNE, DEMOCRAZIA E RAPPRESENTANZA. Quale democrazia? Quale rappresentanza? E soprattutto quali donne? All’interno di un sindacato che, mai come in questo momento, risulta aver violato i diritti e la dignità dei suoi ex lavoratori (a maggioranza donne).
La violazione dei diritti del lavoro perpetrati nel corso degli ultimi anni all’interno della CGIL (circa 30 vertenze di lavoro sono state già depositate presso i tribunali competenti) che è a tutti evidente. Il fenomeno, al di là dei tentativi di ridimensionarlo, sta assumendo connotazioni sempre più rilevanti. Un paio di giorni fa è accaduto qualcosa che non possiamo che definire grave e preoccupante: giorno 8 aprile, in occasione della protesta da noi organizzata con il sostegno dei Punti San Precario, davanti la sede della CGIL Nazionale il sindacato ha ritenuto di non riceverci dando come unica spiegazione  un diniego condensato nella seguente frase “noi non parliamo con i lavoratori”. Affermazione politicamente poco lungimirante da parte di un’organizzazione che non può negare l’esistenza al suo interno di lavoro nero, lavoro irregolare, contratti atipici, mobbing, molestie, ritorsioni, intermediazioni illecite di manodopera e tanto altro da far rabbrividire. E' di questo che parliamo ed è di questo che la CGIL è chiamata a rispondere. Per tanto, il Comitato dei Lavoratori Licenziati dalla CGIL continuerà il presidio di protesta permanente davanti la sede della CGIL Nazionale sita in Corso d’italia, così come già annunciato nei giorni scorsi.



CONTINUA LA PROTESTA DEI LAVORATORI LICENZIATI DALLA CGIL ALLA SECONDA ASSEMBLEA DELLE DONNE DELLA FLAI

La delegazione dei lavoratori e dei precari licenziati dalla CGIL si trova in questo momento davanti al Teatro 10 di Cinecittà, dove si sta svolgendo "La seconda assemblea delle donne della FLAI" alla presenza di Susanna Camusso. Ai giornalisti presenti, le donne licenziate dalla CGIL hanno fatto notare la forte discrasia tra ciò di cui si discute dentro il teatro e la protesta esterna. Alle oltre 800 firme raccolte dalle donne licenziate dalla CGIL, Susanna Camusso non ha ritenuto di rispondere se non un mese dopo la consegna della petizione e nel modo in cui certo non ci si aspettava.
Ribadiamo la necessità che la CGIL Nazionale si fermi a parlare con i lavoratori e le lavoratrici in presidio permanente dinnanzi la sede di Corso d'Italia. Rifiutare il confronto non è, a nostro avviso, salutare, né tantomeno produttivo. I lavoratori e le lavoratrici licenziate dalla CGIL non intendono infatti demordere da una battaglia che riteniamo giusta e sacrosanta: la difesa dei propri diritti e della propria dignità.

DAL SITO DELLA RETE 28 APRILE CHE RINGRAZIAMO PER LA SOLIDARIETA'

Pubblichiamo il comunicato stampa del Coordinamento precari e licenziati dalla Cgil, esprimendo loro la nostra piena solidarietà. Red. Sito R28A (...)

In riferimento alla nota della cgil nazionale inviata al tg1 in seguito alla manifestazione promossa dal “comitato dei licenziati e dei precari Della Cgil” ci preme precisare quanto segue :  premesso che ad oggi i contenziosi di lavoro già certamente AVVIATI nei confronti della cgil sono circa 30 e nello specifico i seguenti:
SIMONA MICIELI, ROMINA LICCIARDI, ALMA BIANCO, ALESSANDRA MANGANO, GIOVANNI SAPIENZA, TOMMASO FONTE , AURELIO BENIGNO, ALFREDO CURCIO, PAOLO FERRARO, BARBARA TUNDIS, ANNA DE BIASE, EMANUELA PAOLA VITALI, PINUCCIO GIURI, FRANCESCO RASCHILLA’, COPPOLA DONATELLA, LINCIANO MARIA, PAGLIURA MARINELLA, CATERINA GIURI, CERAULO MANUELA, PIU’ ALTRI 8 CASI DI CUI VI FAREMO AVERE AL PIU’ PRESTO I NOMINATIVI.
Quello che piu’ ci preme precisare è che aldilà del numero già estremamente significativo di contenziosi di lavoro già depositati presso i tribunali del lavoro, sarebbe auspicabile che la cgil riflettesse sul merito e sui contenuti di tali contenziosi. Infatti le cause di lavoro riguardano in prevalenza i seguenti contenuti:
LAVORO NERO, LAVORO IRREGOLARE, MOBBING, MOLESTIE, CONTRATTI ATIPICI, LICENZIAMENTI PER RAPPRESAGLIA E RITORSIONI, INTERMEDIAZIONE ILLEGITTIMA DI MANODOPERA. CE N’è QUANTO BASTA PER EVIDENZIARE CHE QUANTO AFFERMATO DALLA CGIL, CIOè TENTARE DI RIDIMENSIONARE UN FENOMENO ORMAI EVIDENTE E PURTROPPO LARGAMENTE DIFFUSO NELL’ORGANIZZAZIONE CON PALESI VIOLAZIONI DI DIRITTI DEL LAVORO E DELLA PERSONA NON Può TROVARE GIUSTIFICAZIONE ALCUNA IN FRASI DI CIRCOSTANZA O PEGGIO NEL TENTATI VO POLITICAMENTE POCO LUNGIMIRANTE DI NEGARLI. Per rendere ancora più visibile la nostra grave situazione  e denunciare la violazione dei diritti nella cgil annunciamo sin da ora che da lunedì 11 04 11 dalle ore 15 verrà promosso insieme a tutte le realtà sociali e sindacali che vorranno sostenerci a mantenere un presidio PERMANENTE davanti alla sede nazionale della cgil sita in corso d’Italia.
COMITATO PRECARI E LICENZIATI DALLA CGIL
 

domenica 10 aprile 2011

COMUNICATO STAMPA PROTESTA LICENZIATI DALLA CGIL

Oggetto: comunicato stampa 09-04-11
In riferimento alla nota della cgil nazionale inviata al tg1 in seguito alla manifestazione promossa dal “comitato dei licenziati e dei precari Della Cgil” precisiamo che ad oggi i contenziosi di lavoro già certamente AVVIATI nei confronti della cgil non sono solo 6 così come da loro dichiarato, bensì molti di più, ma quello che piu’ ci preme precisare è che aldilà del numero già estremamente significativo di contenziosi di lavoro già depositati presso i tribunali del lavoro, sarebbe auspicabile che la cgil riflettesse sul merito e sui contenuti di tali contenziosi. Infatti le cause di lavoro riguardano in prevalenza i seguenti contenuti:
LAVORO NERO, LAVORO IRREGOLARE, MOBBING, MOLESTIE, CONTRATTI ATIPICI, LICENZIAMENTI PER RAPPRESAGLIA E RITORSIONI, INTERMEDIAZIONE ILLEGITTIMA DI MANODOPERA. CE N’è QUANTO BASTA PER EVIDENZIARE CHE QUANTO AFFERMATO DALLA CGIL, CIOè TENTARE DI RIDIMENSIONARE UN FENOMENO ORMAI EVIDENTE E PURTROPPO LARGAMENTE DIFFUSO NELL’ORGANIZZAZIONE CON PALESI VIOLAZIONI DI DIRITTI DEL LAVORO E DELLA PERSONA NON Può TROVARE GIUSTIFICAZIONE ALCUNA IN FRASI DI CIRCOSTANZA O PEGGIO NEL TENTATIVO POLITICAMENTE POCO LUNGIMIRANTE DI NEGARLI. Per rendere ancora più visibile la nostra grave situazione e denunciare la violazione dei diritti nella cgil annunciamo sin da ora che da lunedì 11 04 11 DALLE ORE15 VERRA' PROMOSSO INSIEME A TUTTE LE REALTA' SOCIALI E SINDACALI CHE VORRANNO SOSTENERCI A MANTENERE UN PRESIDIO PERMANENTE davanti alla sede nazionale della cgil sita in corso d’Italia.

PROTESTA COMITATO NEWS

La delegazione del Comitato Licenziati dalla CGIL, con la quale siamo riusciti a metterci in contatto stamattina, ci ha raccontato cosa è accaduto in questi due giorni davanti la sede della CGIL Nazionale. In sostanza i dirigenti della CGIL non hanno accettato di incontrare la delegazione che voleva entrare, accompagnata dalle telecamere di San Precario.
Per tale ragione si è deciso di dar vita ad un presidio permanente davanti la sede della CGIL Nazionale.
Ci terremo in contatto con i compagni che stanno su a Roma, per fare una sorta di diario quotidiano, per tenere informati tutti voi sugli sviluppi della vicenda.

Ai compagni che stanno protestando a Roma anche nome di tutti quelli che sono rimasti a casa per diverse ragioni e che, però, continuano a lavorare per dar voce alla battaglia qui su internet, va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà!

 Grazie e al prossimo bollettino informativo on-line.

sabato 9 aprile 2011

LE PRIME RISPOSTE DEI LICENZIATI ALLA LETTERA DELLA SEGRETERIA NAZIONALE DELLA CGIL



Romina Licciardi: Si apprende che il licenziamento è avvenuto in quanto la lavoratrice mentre era in malattia svolgeva attività lavorativa per un ente pubblico.
la Licciardi non ha mai fatto mistero di svolgere su indicazione della Cgil di Sicilia il compito di Consigliera di Parità (figura prevista dalla normativa vigente) e che l'attività non si configura quale attività di lavoro dipendnete.
Si è nella convinzione che il licenziamento intimato sia pretestuoso oltrechè illegittimo.


Alma Bianco: Sostenere che il licenziamento sia avvenuto in quanto la stessa si era appropriata indebitamente di somme appartenenti all'organizzazione è un'affermazione forte che potrà essere oggetto di valutazione legale a maggior ragione che è stata presentata una denuncia all'Autorità Giudiziaria che fino a oggi non rappresenta prova di colpevolezza.
Si sottolinea che la Bianco ha presentato denuncia nei confronti dei vertici della Cgil di Messina ma non sembra che si sia provveduto a licenziare i denunciati.
In casi simili con datori di lavoro diversi si è sempre sostenuto che il lavoratore andava trasferito in mansioni diverse o sospeso con diritto alla retribuzione in attesa che la Magistratura concludesse le proprie indagini.
Forse queste regole non trovano applicazione all'interno della Cgil?


Alessandra Mangano: In relazione alla risposta della segreteria nazionale della Cgil alla petizione delle donne licenziate dalla CGIL a Susanna Camusso, mi limito a osservare che sarà il giudice del lavoro adito a decidere se il contratto a progetto stipulato con il Centro Studi della Cgil Siciliana fosse viziato da irregolarità tali da renderlo nullo.


Barbara Tundis: Trovo la replica della Camuso alla nostra  petizione pubblica inadeguata, soprattutto nel momento in cui si riferisce singolarmente ai casi delle firmatarie.
Per ciò che riguarda me, in particolare, la Camusso si limita ad affermare con estrema sufficienza che la Sig. Tundis Barbara si è dimessa volontariamente per ragioni di studio, sorvolando su tutte le denunce da me avanzate. Insomma poco importa che io mi sia dimessa perché non accettavo di far parte di un organizzazione sindacale che nelle piazze lottava per i diritti dei lavoratori  e subito dopo mi  chiedeva di capire che non c’erano le condizioni economiche per regolarizzare la mia situazione lavorativa, non merita menzione l’aver denunciato di aver lavorato a nero per la CGIL, ancor meno interessante, per la Camuso, il fatto che avevo un contratto part-time mentre lavoravo a tempo pieno nella camera di lavoro di Cetraro. Nessuna considerazione a riguardo, nessuno mi ha convocato per ascoltare le mie ragioni, nonostante l’11 Novembre in occasione della manifestazione organizzata dal comitato dei precari e dei licenziati della CGIL presso la sede della CGIL Nazionale, il segretario confederale Enrico Panini avesse affermato che avrebbe incaricato il segretario Comprensoriale di Castrovillari Angelo Sposato di analizzare la mia vicenda.
Da allora solo silenzio, ed oggi, dopo aver chiesto un incontro con il segretario nazionale della CGIL , dopo l’ennesima protesta del Comitato dei precari e dei licenziati della CGIL  arriva la gelante replica SCRITTA della Camusso.