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venerdì 22 aprile 2011

COMUNICATO ALLA RETE28 APRILE DI MIRKO SIGHEL COMPONENTE DEL COMITATO DIRETTIVO DELLA CGIL DEL TRENTINO


Riceviamo e pubblichiamo il comunicato fatto dal compagno Mirko Sighel in riferimento ai fatti, ormai noti a tutti, del Trentino:

In riferimento alla vicenda di Fulvio Flammini, il funzionario sindacale defenestrato dalla Cgil del Trentino, mi preme fare chiarezza su quanto è accaduto e sta accadendo in Cgil a Trento. Credo che si siano persi di vista gli oggetti principali del contendere: la democrazia, la rappresentanza e la legalità.

A marzo del 2010 “La Cgil che vogliamo” ha perso il congresso locale della categoria dei trasporti (Filt) e questo è vero ma è altrettanto vero che la rappresentatività della minoranza all'interno del comitato direttivo della categoria dei trasporti è di circa il 45% dei componenti e questo nonostante le irregolarità riscontrate durante l'elaborazione dei verbali delle votazioni delle assemblee dei lavoratori (parte delle irregolarità erano conosciute dal presidente della commissione regionale di garanzia, che non ha battuto ciglio). A marzo 2010 Paolo Sboner è stato eletto segretario generale della Filt trentina dal direttivo della categoria a seguito di proposta presentata dal segretario generale della Cgil trentina Paolo Burli e dal segretario nazionale della categoria dei trasporti. Lo stesso giorno il direttivo della categoria è stato artatamente aumentato del 30% dal signor Sboner, contro ogni regola statutaria, facendo entrare tutte persone che lo appoggiano. Lo stesso Burli ammetterà in seguito che non si può aumentare un direttivo artatamente del 30%, lavandosene comunque le mani, lui che è o si proclama il legale rappresentante della Cgil del Trentino. Contro l'aumento irregolare del 30% è stato fatto ricorso alla commissione interna che in seguito si è dichiarata incompetente a deliberare e poi a quella nazionale che non ha nemmeno risposto (altra infrazione statutaria). Il signor Sboner tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011 si è assentato per più di tre mesi consecutivi senza aver avuto l'autorizzazione della Cgil trentina lasciando la categoria praticamente sguarnita, con il solo Antonio Beccati, ex segretario della Filt trentina per quasi dieci anni consecutivi (altra infrazione allo statuto dell'organizzazione che prevede un massimo di otto anni di incarichi politici nella segreteria) a gestire la categoria, peraltro malamente e senza alcuna autorizzazione del comitato direttivo (altra infrazione statutaria). Dopo il ritorno del segretario Sboner, la segreteria della categoria è stata eletta a marzo del 2011 contro ogni regola statutaria, che ne impone l'elezione entro il termine di tre mesi dall’elezione del segretario (quindi la segreteria è stata eletta un anno dopo). Il signor Beccati, contro ogni regola statutaria, fa ancora attualmente parte della segreteria. Sempre a marzo del 2011 è stato approvato il bilancio contabile preventivo della categoria contro ogni regola statutaria (è ovvio che i bilanci preventivi si approvano l'anno precedente a quello di riferimento).

Veniamo a Flammini. La Cgil trentina, per cacciarlo, si è inventata le più assurde giustificazioni, smontate una ad una: dalla mancanza di permessi sindacali per distaccarlo dall'azienda nella quale lavorava alla mancanza di denaro nella categoria per pagarne eventualmente il distacco; dalla panzana che il suo allontanamento era da addebitare ad un normale turnover visto che lavorava ininterrottamente da vent'anni in quella categoria (N.B.: Flammini non ricopriva incarichi politici nella segreteria della categoria e quindi la regola statutaria che non si può stare più di otto anni consecutivi in un punto fisso non può essere applicata a lui e quindi lui può stare lì ancora) alla panzana che voleva restare a seguire i camionisti perché gli piace il potere (non so quale sia il potere di cui parlava Burli...). Alla fine è venuta a galla la verità e cioé che l'ordine partiva dalla Filt nazionale. Giova ricordare che più di un anno fa in una riunione alla presenza di un compagno che ora fa parte dell’area di minoranza, Paolo Burli dichiarava scocciato all’allora segretario della categoria Antonio Beccati che gli stava dando già in quel periodo l’opportunità di fare fuori Flammini. Si capisce quindi che le ragioni dell’allontanamento non sono maturate negli ultimi mesi ma da un bel po’ di tempo, ancora prima del congresso del 2010. E' ben vero che la Cgil del Trentino l'estate scorsa ha offerto un posto a Flammini presso l'ufficio vertenze (vietandogli di seguire quelle di chi lavorava come camionista) così come è vero che Flammini alla fine aveva accettato il posto così come è vero che la Cgil del Trentino si è rimangiata la proposta cacciandolo. Sembra che a Flammini sia stato perfino proposto da qualche funzionario della Cgil, pur di liberarsene, un pensionamento anticipato attraverso metodi non proprio regolari. Perché tutto questo accanimento nei confronti di una persona che ha rimesso parte della sua salute nel lavoro (lavoro che non si può fare solo nei normali orari di ufficio ma anche la sera e nei fine settimana visto che i camionisti sono in giro fino alle sette di sera oppure tornano il venerdì sera dall’estero) e che ha un appoggio praticamente all'unanimità da parte dei camionisti, che vogliono che resti a fare il funzionario sindacale alla Filt? Racconto un episodio accaduto anni fa che forse può servire a fare qualche ragionamento. Una multinazionale con sede in provincia di Trento alla fine degli anni ’90 capitola dopo uno sciopero di 8 giorni consecutivi ed è costretta a sottoscrivere un accordo con la Filt. Il testo di quel contratto aziendale introduce una serie di tutele ivi inclusa quella contributiva degli autisti, molto spesso aggirata dai padroni del settore. Un autista, anni dopo ed in prossimità del suo pensionamento, si rivolge ad un avvocato che, letto quell’accordo, ritiene la multinazionale inadempiente e la denuncia all’Inps per evasione contributiva, indicando Fulvio Flammini come possibile interprete delle norme violate. Gli ispettori avviano un’indagine e dopo accurati controlli contestano alla grande impresa qualche milione di euro per mancati versamenti contributivi, proprio sulla scorta dell’interpretazione autentica che Flammini aveva fornito loro per conto della Filt del Trentino. Cos’è accaduto? Che il padrone s’è rivolto ai vertici nazionali Filt ai quali ha chiesto di poter reinterpretare l’accordo. Come è finita? L’accordo è stato reinterpretato a favore dell’azienda e a sfavore dei lavoratori. Quindi, dopo aver ottenuto un buon contratto aziendale, la Filt nazionale concorda con la multinazionale di rivedere in peggio l’accordo. Non vi sembra che ci sia qualcosa di strano? Faccio un’altra considerazione: se un’azienda multinazionale dei trasporti riesce a convincere i vertici della Filt nazionale a modificare un accordo a sfavore dei lavoratori, ho l'impressione che tale azienda multinazionale dei trasporti abbia potuto influenzare anche le decisioni della Cgil trentina nella volontà di allontanare Flammini dal seguire la contrattazione aziendale perché danneggia gli interessi aziendali. Come si può spiegare la gioia delle imprese di autotrasporto alla notizia dell'allontanamento di Flammini dal sindacato? Ci sono ditte che dopo la cacciata di Flammini hanno chiesto alla Filt trentina di ridurre il salario accessorio dei camionisti e che hanno minacciato ritorsioni nei confronti di alcuni di loro che si erano rivolti in passato a lui. Qualche settimana fa alcuni lavoratori della ditta di trasporti ex La Piana sono stati messi in mobilità con il consenso degli attuali vertici della Filt trentina senza che essi abbiano detto nulla in merito, senza verificare se c'era qualche possibilità di tutelarli prima del licenziamento. Vi pare normale? Come è possibile che i lavoratori della ditta multinazionale Arcese proclamino ed attuino uno sciopero di dieci giorni senza l'appoggio della categoria presso la quale sono iscritti? Nemmeno le bandiere della categoria sono state date ai lavoratori… Chi sostituisce Flammini non è all’altezza e sarebbe meglio per i lavoratori che si dimettesse prima possibile. Sboner non ha praticamente mai accettato di parlare con i camionisti iscritti alla Cgil.

Altri esempi di malagestione che la Cgil, nonostante i ricorsi presentati, non ha ritenuto degni di essere sanzionati sono i seguenti: qualche mese fa a Franco Tessadri (altro dirigente sindacale che pochi giorni fa è stato sospeso insieme a Flammini e a Ezio Casagranda), componente della R.s.u. di Trentino Trasporti s.p.a., componente del Comitato direttivo della Filt Cgil del Trentino e componente del Comitato direttivo della Cgil del Trentino, è stato tolto il mandato di rappresentanza della Filt in ambito aziendale e cacciato da una delle commissioni R.s.u. di cui faceva parte. Esecutore materiale il segretario generale Paolo Sboner. Anche Franco Tessadri fa parte dell’area programmatica “La Cgil che vogliamo”. Un caso? Qualche mese fa si è svolta presso la sede della Cgil trentina un’assemblea indetta dall’area programmatica, dove hanno partecipato più persone appartenenti a più categorie. A Franco Tessadri è stato negato dal segretario Paolo Sboner il permesso sindacale per potervi partecipare. Che comportamento è questo? Il 20 settembre scorso sono venuto a conoscenza che un funzionario della Filt trentina ha chiesto dei soldi ad un associato per impugnare sanzioni disciplinari. Solo un malinteso? Non ne sono sicuro visto che sembra che abbia offerto all’associato anche uno sconto per la prestazione. Sono emersi documenti che attestano che Sboner in passato, quando non era ancora segretario generale della categoria, ha utilizzato permessi sindacali per andare in ferie. Il segretario generale della Cgil trentina cosa ha fatto dopo essere venuto a conoscenza dell’uso irregolare dei permessi sindacali? Niente. Anzi ha accusato la minoranza di fare dossieraggio. Chi ha autorizzato Sboner ad utilizzare permessi sindacali per andare in ferie? Antonio Beccati in passato utilizzava il proprio mezzo per le trasferte di lavoro romane con relativo guadagno sul rimborso spese. Questo atteggiamento mi appare come uno strumento poco nobile per “arrotondare” la paga: infatti lo scorso dicembre il direttivo confederale della Cgil del Trentino ha deliberato che per le trasferte dei funzionari sindacali si debba adoperare il mezzo più economico in modo da far risparmiare l’organizzazione. Un provvedimento ad hoc? Sarebbe stato più corretto dire ai lavoratori come vengono spesi i soldi della categoria: è importante che sappiano che persino il costo per l’uso della toilette da parte di un sindacalista è stato rimborsato dalla categoria. Qualche mese fa una lavoratrice ha telefonato al signor Sboner chiedendogli un chiarimento sulla possibilità di ottenere un permesso per studiare e lui, segretario sindacalista, ha telefonato direttamente alla direzione dell’azienda senza l’autorizzazione della lavoratrice comunicando di aver ricevuto la richiesta di chiarimenti da parte della lavoratrice. E’ questo il modo di fare sindacato? Da chi ho saputo questa storia? Da una componente della segreteria confederale della Cgil trentina!

I compagni trentini che hanno aderito all’area programmatica “La Cgil che vogliamo”, compresi quindi anche quelli delle altre categorie, sono stati accusati dalla Cgil del Trentino di strumentalizzare la vicenda per opportunismo ma non è vero: l’area programmatica è presente nella categoria dei trasporti ed i compagni che fanno parte delle altre categorie sostengono la battaglia dei lavoratori. Si chiede il rispetto della democrazia, della rappresentanza, delle regole, del buon senso. E’ strumentalizzazione questa? L’ottobre scorso un dirigente Rsa della Filt Cgil del Trentino, sostenitore della maggioranza, ha presentato le proprie dimissioni sia come membro supplente del Collegio sindacale della categoria sia come Rsa stesso a causa degli allontanamenti di Flammini e di Tessadri. Se anche un componente della maggioranza se ne va, sembra proprio che le accuse di strumentalizzazione si sbriciolino penosamente. Dopo un anno di lotte, se Flammini non rientrerà alla Filt, i camionisti, che rappresentano circa un terzo degli iscritti della categoria, se ne andranno dalla Cgil trentina, causandole un danno di rappresentanza e una consistente perdita di soldi. E il segretario organizzativo della Cgil del Trentino Mirko Carotta qualche giorno fa esce sui giornali chiedendo ai lavoratori e pensionati di iscriversi al sindacato... Le parole dei componenti della segreteria della Cgil trentina sulla democrazia, sulla rappresentanza, sulla regolarità sono vuote. L’area programmatica, viste le infrazioni accadute nella categoria, ha da tempo chiesto un congresso di categoria straordinario come prevede lo statuto ma la Cgil non ha nemmeno risposto (altra infrazione statutaria). Ho l’impressione forte che chi avrebbe dovuto far rispettare le regole se ne stia infischiando di tutta la storia perché è meglio perdere i lavoratori e un bravo sindacalista che avere un problema “politico”. Il comportamento di questa parte di Cgil è vergognoso e la “Cgil che vogliamo” nazionale deve sostenere fattivamente la battaglia per la democrazia, per la rappresentanza e per la legalità.

Mirko Sighel
Componente del Comitato direttivo della Cgil del Trentino

Trento, 14 aprile 2011

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