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venerdì 15 aprile 2011

COMUNICATO STAMPA DI RISPOSTA ALLA SEGRETERIA NAZIONALE CGIL

COMITATO PRECARI E LICENZIATI DALLA CGIL 
COMUNICATO STAMPA   15 APRILE 2011 
Il Comitato dei precari e dei Licenziati Dalla cgil, in presidio permanente di protesta davanti alla sede della Cgil Nazionale dal 08-04-11, ha appreso che in data 13-04-11 la segr. naz. della Cgil ha diffuso a tutte le sue strutture, una nota (che alleghiamo) che intenderebbe fare chiarezza sulle vertenze in atto e ormai sostenute da ampi settori dell'opinione pubblica nazionale, nonchè da varie realtà associative e sindacali. Premesso che non intendiamo entrare nel merito delle ragioni che hanno indotto la segr. naz. a diffondere tale nota, nè tantomeno sulle valutazioni di ordine politico e mediatico a cui detta nota fà riferimento. Ci limitiamo esclusivamente ad evidenziare che da parte nostra NON vi è stata alcuna azione finalizzata ad "AGGREDIRE" la Cgil, anzi al contrario da sempre, la esplicita volontà di risolvere tutti i contenziosi in atto. Non possiamo tuttavia esimerci dal puntualizzare quanto la nota riferisce circa la situazione vertenziale dei singoli lavoratori e delle lavoratrici (nella nota sono indicati con nome e cognome, con qualche legittimo dubbio sulla privacy dei medesimi). Riteniamo quindi necessario ed utile una precisa, corretta e completa, informazione sui singoli casi citati nella suddetta nota, non solo come detto, per completezza e correttezza di informazione, quanto e soprattutto in ragione di una elementare forma di tutela della dignità delle persone, le cui vicende non possono essere rappresentate in maniera assai distorta e certamente parziale, al fine di proseguire nel tentativo di ridimensionare la gravità delle vicende in atto. Ribadiamo infatti, che NESSUNA istanza della Cgil, ha MAI APPROFONDITO le questioni poste dai singoli lavoratori e pertanto quanto affermato nella nota della segr. naz., ha come unico obiettivo proprio quello di EVITARNE l'approfondimento. Ci appare altresì opportuno puntualizzare che, nonostante ci si trovi in presenza di singoli casi (che peraltro continuano ad aumentare: Luca Paoli, Fabio Buono, Marinella Tonini) pur nella loro diversità, messi insieme, sollevano un indubbio problema politico,organizzativo, statutario e regolamentare, interno alla cgil.Diamo atto alla Cgil nazionale, di avere tentato, solo per alcuni dei casi citati, nel mese di maggio e novembre del 2010, e comunque sempre in seguito a nostre iniziative di protesta, di aver tentato di promuovere incontri tra i lavoratori e le strutture interessate. Ci preme informare la Cgil Naz. che tali incontri, nei limitati casi, ove siano avvenuti, NON HANNO PRODOTTO ALCUN RISULTATO, non già per la indisponibilità dei lavoratori interessati quanto per l'assoluta INDISPONIBILITA' delle strutture periferiche della cgil che, peraltro sono le stesse strutture che tali situazioni hanno determinato e causato.Per tali ragioni, abbiamo ritenuto indispensabile sollecitare la Cgil Naz. ad avocare a sè il coordinamento e la gestione delle singole vertenze individuali, e ciò al fine di evitare il reiterarsi di tali incresciose situazioni nonchè il loro eventuale proliferare. Per quanto premesso e rappresentato reiteriamo la formale richiesta di un incontro urgente con la segr. naz. della Cgil finalizzato alla necessità di concordare un metodo condiviso e funzionale che affronti le controversie in atto e ribadisca il principio statutario e regolamentare che disciplina la gestione dei rapporti di lavoro all'interno di tutte le strutture della cgil e di cui proprio la cgil naz. ne deve essere garante. 
Il Comitato Licenziati Dalla cgil Roma, 15-04-2011


“LICENZIATI DALLA CGIL”: CONTINUA UNA PRETESTUOSA AGGRESSIONE ALLA CGIL

E’ uscito un comunicato su diversi siti internet con il quale si vorrebbe dimostrare che i casi di contenziosi con la CGIL per presunti “licenziamenti” sarebbero ben più dei sei da noi dichiarati in polemica con un servizio messo in onda dal tg 1.
Come avevamo già detto la ricerca strumentale di una polemica contro la nostra organizzazione si nutre di “casi” fra di loro diversissimi che ben poco hanno a che vedere con termini utilizzati nei vari comunicati, quali “precari”, “licenziati”, ecc.

Ma vediamo ora i casi citati:

1) Alessandra Mangano. Ha completato la collaborazione a progetto per la quale aveva un regolare contratto con una struttura siciliana.

2) Alma Bianco. Amministratrice di diverse categorie della CGIL di Messina. Viene licenziata essendo ritenuta responsabile di una serie di sottrazioni di risorse pari all’ordine di varie decine di migliaia di euro. La CGIL di Messina e otto categorie provinciali hanno presentato denuncia alla competente Procura della Repubblica.

3) Alfredo Curcio. Già segretario della Camera del Lavoro di Lamezia Terme. In pensione da quattro anni

4) Anna De Biase. Rapporto di lavoro occasionale con Fillea Napoli nel 2007. Terminato il rapporto la signora De Biase ne rivendica la trasformazione in un contratto a tempo indeterminato.

5) Aurelio Benigno. Ha ricoperto incarichi nel sindacato degli edili calabresi, la Fillea. E’ in pensione da 4 anni circa. Collabora con un’altra organizzazione sindacale.

6) Barbara Tundis. La signora, che operava presso una sede decentrata della Camera della CGIL di Castrovillari, si è volontariamente licenziata per seguire la propria attività di studio.

7) Francesco Raschillà. Già segretario della Fillea regionale Calabria. Dopo un lungo periodo di assenza dal lavoro, riprende la sua attività anziché in CGIL presso Edilcassa regionale, di cui è dipendente da circa 10 anni.

8) Giovanni Sapienza. Non ha mai lavorato per la CGIL di Catania. Lo dimostrano tutte le documentazioni lavorative che riguardano il signor Sapienza.

9) Paolo Ferraro. Presta servizio civile presso la CGIL di Cosenza. Successivamente assunto da una cooperativa cura la pulizia dei locali della CGIL. Rivendica differenze retributive.

10) Pinuccio Giuri. Presidente del Caaf (SrL) di Lecce di cui era anche dipendente. Licenziato perché accusato di aver sottratto risorse nella sua disponibilità. Denunciato dalla CGIL di Lecce per appropriazione indebita. Il Caaf di Lecce è stato posto in liquidazione volontaria con l’impegno a riassumere tutti i dipendenti con eventuale esclusione di quanti avessero maturato responsabilità oggettive nella colpevole conduzione del Caaf stesso.

11) Manuela Ceraulo; Donatella Coppola; Caterina Giuri; Maria Linciano; Marinella Pagliula; Emanuela Paola Vitali. Tutti ex dipendenti del Caaf di Lecce chiuso per fallimento. Esclusi due casi (si veda il punto precedente per le ragioni e, per altro, si tratta di rapporti di lavoro mai autorizzati dal Consiglio di Amministrazione), è stato offerto loro il reincarico che è stato rifiutato. Alcuni di loro lavorano presso i Caaf di altre organizzazioni sindacali.


12) Romina Licciardi. Viene interrotto il rapporto di lavoro perché svolgeva attività presso un ente pubblico nel periodo di assenza per malattia. A Romina Licciardi è stata offerta una ricollocazione che è stata rifiutata. La magistratura di Ragusa ha dato parere negativo su due ricorsi presentati dalla signora Licciardi, il primo circa un presunto comportamento antisindacale della CGIL di Ragusa ed il secondo circa una denuncia per molestie sessuali subite circa dieci anni fa.


13) Simona Miceli. Viene interrotto il rapporto di lavoro per superamento del periodo massimo di assenza. Pur convinti delle ragioni a favore della struttura locale, ma vista la complessità della situazione, si è cercato ripetutamente una intesa alla quale non è stato dato seguito non per responsabilità della CGIL. Val la pena di segnalare che nel corso di un diverbio con la signora Miceli, il segretario generale della confederazione interessata si lasciò andare ad espressioni non coerenti con il proprio ruolo ed è stato prontamente rimosso dall’incarico.


14) Tommaso Fonte. Si candida alle elezioni regionali mentre ricopre l’incarico di segretario generale della CGIL di Ragusa. La candidatura è incompatibile con l’incarico sindacale e pertanto rientra nel luogo di lavoro, che sono le ferrovie. Ad oggi milita in un’altra organizzazione sindacale.


Inoltre, la polemica è stata accompagnata dall’affermazione che la CGIL si rifiuterebbe di incontrare le persone sopracitate.
 

Anche questo è falso, infatti:
a) Nel mese di maggio 2010 si dà vita ad un primo incontro collettivo. Vengono incontrati Romina Licciardi (si dà vita di seguito ad una serie di incontri a Ragusa tesi a determinare una ricollocazione della signora);
Alessandra Mangano (l’incontro non sortisce risultato alcuno né vengono accolti dalla dott.ssa Mangano gli inviti dichiarati nella stessa sede ad ulteriori approfondimenti); Simona Miceli (la signora rifiuta di incontrare le strutture calabresi, si dà vita a distanza di poco tempo ad un incontro fra legali che non sortisce risultati);
diverse persone che operavano presso il Caaf di Lecce, chiuso per fallimento (si dà vita ad un incontro formale pochi giorni dopo a Bari che va deserto).


b) Nel mese di novembre si dà vita ad un secondo incontro collettivo e vengono incontrati: Romina Licciardi (si conferma la prosecuzione degli incontri già avviati a Ragusa e l’impegno della CGIL. La signora, a nostra insaputa, aveva nel frattempo già presentato denuncia alla Procura della Repubblica contro la CGIL); Giovanni Sapienza (situazione sconosciuta, seduta stante si definisce l’impegno ad un incontro con gli avvocati di parte.
La richiesta scritta della confederazione catanese non sortisce effetto alcuno); Simona Miceli (si incontrano subito dopo di nuovo i legali ma non si dà ulteriore seguito); Barbara Tundis (parte a distanza di poche ore la richiesta di incontrare i legali di parte).


Non vogliamo immaginare che ci sia un’esplicita scelta di attacco alla nostra organizzazione, certo avendo di fronte ai singoli casi tenuto un comportamento lineare, se necessario avendo corretto scelte sbagliate di singoli dirigenti, pensiamo sia giusto che tutti conoscano i fatti e non le strumentalizzazioni.


Segreteria Nazionale CGIL
Roma, 13 aprile 2011


 

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