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sabato 23 aprile 2011

RIFLESSIONI ROMANE di Tommaso Fonte

 Grazie Tommaso...


Chiaramente Repubblica non ne parla, MAI SIA. Chiaramente L'Unità non ne parla, MAI SIA...E poi Liberazione, Il manifesto e, ovviamente, potrei continuare...ma la domanda e': a chi serve, a cosa serve tutto cio'? Quanto e' utile nascondere verita' scomode alla sinistra, in un'epoca nella quale di sinistra non ce n'è piu'?? Perche' il trincerarsi dietro il silenzio, quando la dialettica delle posizioni a sinistra finirebbe solo per arrrichire il consenso?? Giocare di sponda a sinistra era stato per lungo tempo una utile strategia politica funzionale all'arricchimento, anche culturale, della galassia della sinistra, di quello che un tempo si chiamava il movimento: perfino ai tempi del granitico Pci, la dialettica interna riusciva ad emergere e a fuoriuscire nella societa' creando dibattito, a volte perfino scontro, ma quasi sempre riflessione e discussione...Oggi davanti ai grossolani errori della Cgil nella vicenda dei licenziamenti, della gestione del precariato interno, degli allontanamenti, delle vere e proprie epurazioni, delle chiarissime ed inequivocabili violazioni delle regole statutarie interne, del regolamento per la gestione del personale, il silenzio e' sconcertante e assordante. Solo stridule voci interne che parlano di fantomatiche aggressioni, di attacchi all'unica forza di opposizione al sistema berlusconiano, con l'invito a serrare i ranghi ed allontanare le minacce che finirebbero per ledere l'autorevolezza e la credibilita' pubblica e di facciata della Cgil."Attenzione compagni, l'attacco e' verso i precari e i senza futuro, quelli della manifestazione contro la precarieta' dello scorso 9 aprile; oppure contro lo scipero genrale di 4 ore promosso dalla cgil per il prossimo 6 maggio". Una trentina di persone, per lo piu' giovani donne perbene, che negli anni hanno prestato la propria attivita' per la Cgil e che si sentono innanzitutto offese e mortificate nella propria dignita' di persone, nella propria identita' politica e culturale, e che nel proprio cammino di protesta solitaria, incontrano, per caso, qualcuno che gli offre un briciolo di umanita' e di solidarietà, diviengono improvvisamente lo strumento per un'aggressione politica e mediatica senza precedenti..un'aggressione tale da mettere in discussione le politiche  del piu' grande e potente sindacato italiano e della loro rappresentanza del mondo del precariato e perfino la stessa riuscita dello scipero generale!!! La sinistra italiana, dal PD in avanti tace, gravermente preoccupata dell'aggressione in atto; le camere del lavoro si mobilitano per respingere la "barbara aggressione"; perfino nelle fabbriche i delegati, su sollecitazione del centro, cercano di capire come poter fermare l'assalto barbaro al sindacato rosso. Eppure Giovanni, Romina, Barbara, Simona, Manuela, e poi ancora Fabio che, ironia della sorte, per di piu' di cognome fa' BUONO, e gli altri, non farebbero male a una mosca e quasi arrossiscono all'idea di dover disturbare la grande Cgil, con il suo peso di storia, grandi lotte, grandi personaggi. Loro, al massimo ne hanno sentito parlare, o forse hanno letto qualcosa sui libri di scuola nel capitolo storia del novecento, la conquista dei diritti nel lavoro.Chiedono solo di poter essere ascoltati, magari compresi da qualcuno piu' grande e autorevole di loro, magari incoraggiati a non disperare perche' nella vita la giustizia trionfa sempre...Invece finiscono per trovare le porte del sindacato, del loro sindacato, incredibilmente chiuse, gli sguardi torvi dei funzionari che escono a testa bassa da corso d'Italia ignorandoli, e perfino l'orda del servizio d'ordine, quando malauguratamente finiscono per provocare a tal punto, non sapendo piu' dove andare e con chi parlare, che decidono di imboccare la strada nel Nidil Cgil(il sindacato che dovrebbe essere quello dei giovani atipici....un po' come loro che atipici lo sono certamente visto il loro datore di lavoro)per parlare con qualcuno e finalmente per essere ascoltati da qualcuno.Un presidio di quegli uffici che dura qualche ora...con il servizio d'ordine schierato davanti all'ingresso...con la porta chiusa.:Non si entra e non si esce.E loro li...seduti per terra o al massimo sugli zainetti che hanno portato con loro durante il lungo viaggio in treno dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla Puglia.Hanno gli occhi gonfi dal sonno e dalle preoccupazioni:questo mese c'e' da pagare il mutuo della casa che avevo comprato lavorando per la Cgil e che ora corro il rischio di perdere, dice una di loro.Un'altra aspetta un bambino, non e' potuta venire e telefona sperando in quanche buona notizia dal Fronte.Un'altra ancora riceve la telefonata della mamma preoccupata che la riprovera di non aver dato notizie.La Camusso non riceve...questa e' la prima, immediata, violenta risposta. Potete riprendere il treno, i vostri zainetti, pieni di speranze, di ciondoli e di ombretti per il trucco e tornarvene da dove venite. Ma la CGIL HA VIOLATO I NOSTRI DIRITTI, non ci ha riconoscito le giuste retribuzioni, ci ha maltrattato, qualcuno ci ha molestato, ci hanno perfino mandato via e licenziato solo perche' chiedevamo queste queste cose che per tutti gli altri lavoratori la Cgil giustamente rivendica e che noi stessi, mentre per la cgil lavoravamo, ci battevamo per fare ottenere a tutti. Ma la risposta e' sempre la stessa:avete sbagliato il metodo per chiedere, quindi niente da fare, tornate a casa ed evitate questo casino che vi fara' solo ulteriormente del male. Lo sconforto si impadronisce di loro:la segretara del nidil se ne va...Ora sono proprio sole, ma sempre con la presenza dei corazzieri del servizio d'ordine cui si e' aggiunto qualche altro compagno forzuto richiamato in tutta fretta; non si sa mai cosa puo' accadere..meglio stare all'erta pensano le funzionare ancora in sede del Nidil.
Le ore passano, Giovanni Sapenza, catanese di 67 anni con una pensione sociale di 330 euro mensili perche' la Cgil non gli ha pagato i contributi per circa 20 anni di attivita' da tutto fare alla camera del lavoro di Catania, si appisola sul divanetto dell'ingresso dopo aver accennato con la determinazione di un rivoluzionario cubano, la sua canzone di lotta:"chista vita nun si po' fari" e crolla dal sonno dopo circa 20 ore di treno. Sono gia' le 17: da oltre 5 ore e' in corso la presa della Bastiglia..Le consultazioni tra i funzionari nidil presenti si fanno frenetiche. Passano da una stanza all'altra, senza dire una parola, sotto l'occhio vigile del servizio d'ordine e stralunato delle occupanti...Sapienza continua a dormire e a sognare forse una societa' piu' giusta. Manuela deve partire, ha il treno da Termini alle 18 e deve tornare a casa...bacia le amiche come fossero compagne di scuola e le saluta: ma sia ben chiaro
che la lotta per i nostri diritti deve proseguire...costi quel che costi. I funzionari ascoltano preoccupati l'impegno alla lotta. Qualche minuto dopo la grande notizia: la segretaria generale del Nidil ha deciso, dopo ore di estenuanti consultazioni, di incontrare la delegazione. Giovanni Sapienza viene svegliato di soprassalto, cerca un bagno per darsi una sciacquata al viso, ma non c'e' tempo, bisogna far presto, la segretaria aspetta e non sarebbe corretto farla attendere: Romina e Simona, erano rimaste solo loro, lo tirano d'impeto verso la stanza della segretaria generale che vuole finalmente conferire. Il colloquio dura circa 25 interminabili minuti.Poi escono. Simona ha gli occhi rossi, come la bandiera della cgil, perche' ha pianto e anche Romina e' tesa e nervosa; Giovanni e' sereno e rilassato, e appena uscito riattacca la sua canzone scherzando: chista vita nun si po' fari....La segretaria del Nidil si e' impegnata sulla parola: cerchera' di ottenere un incontro con la Camusso per dopo Pasqua, ma non lo garantisce con certezza, la segretaria nazionale sta valutando il dafarsi, la situazione e' molto complessa(sic..).I tre occupanti smobilitano; salutano cordialmente tutti, perfino gli omaccioni del servizio d'ordine augurando Buona Pasqua a tutti: alla Cgil, al servizio d'ordine, ai compagni forzuti venuti a difendere il sindacato dall' "aggressione", al silenzio dei giornali e dei media, alla sinistra che preoccupata dell'invasione reazionaria e controrivoluzionaria solidarizza con i piu' forti, ma sopratutto a loro, divenute improvvisamente, con zainetto e spazzole al seguito, con mutui  e bollette da pagare, con figli che non sanno se potranno mantenere, strumento di aggressione della controrivoluzione berlusconiana, che avranno ancora da soffrire e da lottare perche' un giorno possano dire giustizia e' fatta anche per i licenziati della Cgil. Buona Pasqua anche da parte mia, compagne e compagni, di un sindacato e di una sinistra che nonostante il vostro amore, la vostra pulizia e il vostro coraggio, purtroppo non esiste piu'.

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