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lunedì 20 giugno 2011

Comunicazione al Presidente alla Segreteria ed al Comitato Direttivo della Cgil del Trentino



L’area “la Cgil che vogliamo” del Trentino esprime netta condanna dei contenuti dello striscione esposto il 5 giugno nei confronti della compagna Susanna Camusso, ma nello stesso tempo si dissocia da una logica sanzionatoria contenuta nel provvedimento di “espulsione” che ha colpito militanti e iscritti alla Cgil in modo del tutto casuale senza le precisazioni di eventuali responsabilità individuali.
Un provvedimento che colpendo nel gruppo suscita in noi rabbia, rammarico e frustrazione che intendiamo esprimere a questo direttivo sulla scorta di alcune valutazioni politiche sullo sciopero e sulla manifestazione del 6 maggio scorso la cui riuscita ha dimostrato una disponibilità (da molti data per morta) della classe lavoratrice alla lotta, soprattutto quando le sue istanze di giustizia sociale vengono intercettate dalla CGIL e concretizzate in autentiche mobilitazioni generali.
In questa cornice la capacità di mobilitazione de “la Cgil che vogliamo” del Trentino è riuscita ad arricchire il corteo con la presenza di realtà che fanno riferimento ad altri collettivi o pezzi di società civile e di movimento.
Risulta pertanto incomprensibile il tentativo messo in atto dal segretario organizzativo della Cgil di spezzare il corteo nel tentativo di escludere fisicamente il dissenso dal corteo stesso. Un dissenso verso le politiche provinciali e verso chi ritiene il Trentino un’isola felice dove la concertazione avrebbe risolto ogni problema sociale.
Il significato politico di questo gesto è di una gravità inaudita e si traduce nel non riconoscimento del diritto di cittadinanza in CGIL di settori ampi di lavoratrici e di lavoratori. Per questo ci chiediamo e chiediamo se una simile scelta sia il frutto di una iniziativa estemporanea o il risultato di una scelta condivisa della segretaria.
La Cgil che vogliamo” ribadisce la sua completa estraneità con quanto successo durante l’intervento del compagno Segretario Burli il giorno 6 maggio o con i recenti episodi accaduti domenica 5 giugno durante la visita della compagna Segretaria Camusso.
Episodi che abbiamo condannato senza indugio e, relativamente all’ultimo episodio, fatto con pubbliche dichiarazioni rese agli organi di informazione dalle/i compagne/i presenti, che tuttavia oggi sono oggetto di procedimento disciplinare, che colpendo loro colpisce tutta la l’area de “La Cgil che vogliamo” del Trentino.
L’attività dell’area è sempre stata all’interno delle regole statutarie, purtroppo, come nel caso Filt non fatte rispettare da parte della Cgil, contribuendo alla dialettica interna alla CGIL ponendo questioni di merito sul ruolo del sindacato, sulla strategie migliore per contrastare la sempre più diffusa precarietà ed insicurezza sul e del lavoro, la progressiva erosione dei salari e delle pensioni, le crescenti disuguaglianze, i processi di privatizzazione dei beni comuni e dello stato sociale.
Un procedimento, quello delle “espulsioni”, che per noi rimane immotivato e per questo inaccettabile e per il quale chiediamo a gran voce la sospensione della sua efficacia in attesa che venga acclarata immediatamente la posizione delle compagne e dei compagni sanzionate/i, restituendo loro la libera militanza dentro la CGIL. Nello stesso momento chiediamo alla Cgil ai vari livelli di responsabilità, di avviare un confronto che possa riportare la dialettica ed il confronto interno dentro i confini delle regole democratiche in applicazione, senza sconti, delle regole statutarie.
Per questo oggi, come area “La Cgil che vogliamo”, anche alla luce del rinvio della discussione di merito alla presenza del compagno Panini, intendiamo esprimere la nostra solidarietà e vicinanza ai compagni colpiti da un provvedimento di “espulsione” che lede il principio fondamentale del diritto alla difesa, e per questo chiediamo una modifica dell’ordine del giorno di questo Direttivo in modo da affrontare fin da subito la discussione sull’intera vicenda.

La Cgil che Vogliamo
Trento 15 giugno 2011

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