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sabato 22 dicembre 2012

Il nostro regalo di Natale alla CGIL

Alleghiamo il testo dell'interrogazione parlamentare presentata alla Camera dall'On. Scilipoti. Ci chiediamo come mai, essendo questa la seconda interrogazione parlamentare (la prima a firma dell'On. Di Biagio), ad oggi nessuno sia intervenuto malgrado le denunce siano gravi. E ci chiediamo, in modo retorico, come mai, la "sinistra" sembra disinteressarsi a quanto accade impunemente da anni.

Buon Natale a tutti, anche alla CGIL.


Cliccate per leggere il testo integrale dell'interrogazione


https://www.facebook.com/notes/licenziati-dalla-cgil/interrogazione-parlamentare-18122012-su-licenziati-dalla-cgil/395671770516047?ref=notif&notif_t=note_tag

mercoledì 17 ottobre 2012

LICENZIATI DALLA CGIL: LETTERA INDIGNATA ALLA STAMPA


4 Ottobre 2012 la Cgil di Cosenza condannata per aver sfruttato e sottopagato un dipendente; 16 Ottobre 2012 La Filcams - Cgil di Padova condannata per mobbing (si allega la sentenza).
Due sentenze brucianti nel giro di pochi giorni dovrebbero far riflettere ma anche suscitare indignazione. In tempi in cui la questione morale imperversa sulle pagine di tutti i giornali (in tutti i talk-show non si parla d’altro del declino della politica, della crisi dei partiti ecc..) ci si chiede come sia possibile che nessuno, fatta eccezione per qualche voce fuori dal coro(informazione libera, testate minori, internet), senta il bisogno di far conoscere ai cittadini la verità su quanto sta accadendo dietro le quinte del più grande sindacato italiano.
  Più di una trentina di casi in tutta Italia, alcuni processi già conclusi a favore dei lavoratori, altri ancora in fase dibattimentale. Siamo lavoratori giovani e meno giovani. Le nostre storie sono pubbliche (ci siamo autorganizzati in un blog www.licenziatidallacgil.blogspot.com) per dare voce al silenzio che si è steso sulle nostre vite come una cappa pesante.
Finti contratti di collaborazione a progetto, lavoro nero, nessun rispetto delle norme contrattuali, licenziamenti discriminatori, mobbing e si potrebbe continuare, purtroppo, a lungo. Come è possibile che tutto ciò non indigni? Che non riesca minimamente a scalfire l’opinione pubblica? Eppure anche i sindacati vivono con i contributi pubblici, proprio come i partiti. Non solo: i lavoratori devolvono una cifra annuale dalla loro busta paga per sostenere coloro che dovrebbero difendere i loro diritti. Sanno in lavoratori che i loro soldi vengono usati anche per pagare gli avvocati che devono difendere alcuni dirigenti della CGIL dalle accuse dei lavoratori licenziati? No. Non lo sanno.
 Sanno i cittadini italiani che parte delle finanze pubbliche vengono erogate ai sindacati solo ed esclusivamente in relazione alla missione che hanno deciso di svolgere dal momento della loro costituzione fino ad oggi? E sanno che in alcuni casi questa missione è stata tradita? No. Non lo sanno perché i grandi giornali, i mezzi di comunicazione di massa tacciono su tutte queste vicende. Eppure sono ben note. E’ dal 2010 che internet è pieno di dichiarazioni, di fotografie, di ricorsi e sentenze. Ma non basta. Ci si ostina a nascondere la polvere sotto il tappetino. Dal canto loro i vertici di Corso d’Italia insistono sul fatto che si tratta di casi isolati e comunque di pochissimi casi. Cosa importa? Anche un solo caso dovrebbe far scatenare la rabbia.
Che fine hanno fatto i dirigenti che hanno perpetrato le ingiustizie a danno dei lavoratori? Sono stati puniti? Cacciati? No. Nella maggior parte dei casi sono ancora lì. Continuano la loro attività sindacale, malgrado le sentenze siano già state emesse. Malgrado la legge li abbia condannati. Eppure in questi casi nessun giornalista ne chiede le dimissioni.
Nessuno scrive che  la CGIL nazionale ha deciso di querelare per diffamazione uno dei pochi che ha deciso di metterci la faccia (Luigi Monfredi del TG1). L’inizio del processo a suo carico è fissato proprio per il prossimo 20 ottobre. Perché non sentiamo nessun giornalista indignato alzare la voce dalle colonne del suo quotidiano per il fatto che la grande organizzazione sindacale – la stessa che scendeva in piazza per la libertà di stampa nell’era Berlusconi – decide di trascinare in giudizio un collega che stava informando i cittadini di una manifestazione sotto la sede nazionale della CGIL? Dieci giorni siamo stati lì sotto a chiedere alla Camusso un incontro. Dieci interminabili giorni.
 Abbiamo anche occupato simbolicamente la sede del NidIL Cgil. Com’è possibile che tutto ciò non faccia notizia? Che nessuno si interroghi sulle responsabilità oggettive che vanno ben al di là della soggettività delle azioni che investe i singoli dirigenti locali. Perché la CGIL non può permettersi zone d’ombra. Deve essere chiara. E se deve punire lo faccia senza ulteriori indugi. Altrimenti saranno tutti complici.
 Detto questo sorge spontanea una domanda: la crisi della politica, l’astensionismo galoppante, la discussione sul rinnovamento all’interno dei partiti sarebbero stati pensabili senza l’informazione dei media? Se i cittadini fossero rimasti all’oscuro di quanto stava accadendo nelle varie regioni, nei comuni avrebbero manifestato per chiedere chiarezza e coerenza ai politici? E se la stampa e gli intellettuali non si fossero mobilitati raccogliendo le firme oggi la legge anti corruzione sarebbe all’ordine del giorno nell’agenda politica? Queste domande non sono avulse rispetto al contesto in cui si inseriscono le nostre denunce.
Il rinnovamento della politica, la questione morale non investe solo i partiti (e nemmeno solo una parte di essi). Riguarda anche il sindacato. L’interesse a fare pulizia e a cacciare chi ha tradito i valori e gli ideali dell’organizzazione deve essere innanzitutto della stessa CGIL. Noi oggi chiediamo, per l’ennesima volta alla Camusso e ai sindacalisti perbene della CGIL (che sappiamo essere in tanti) di far sentire le loro voci autorevoli su queste vicende. E ai giornalisti seri di questo paese chiediamo di smetterla di tacere su di noi. Perché la verità è un diritto. E perché non si potrà continuare a tenerci chiusi in cantina a lungo. Anche perché noi non abbiamo alcuna intenzione di desistere dalla nostra lotta per riappropriarci dei nostri diritti di cittadini e di lavoratori.

Lavoratori licenziati dalla CGIL

NUOVA CONDANNA PER LA CGIL


La Cgil condannata per mobbing

16/10/2012 - La Filcams e il suo ex segretario dovranno pagare 43mila di risarcimento ad una dipendente "progressivamente emarginata"

La Cgil condannata per mobbing

Lo riporta Felice Paduano sul quotidiano Il Mattino di Padova. La Filcams-Cgil, il sindacato di categoria del commercio, ed il suo ex segretario, Andrea Donegà, dovranno risarcire per 43mila euro una dipendente “progressivamente emarginata”, Vally Benato, assunta nel 1978 e dal 1996 responsabile dell’ufficio vertenze di Padova.


43MILA EURO ALLA DIPENDENTE – Scrive Paduano:
Il giudice del lavoro, Barbara Bortot, ha deciso che alla Benato sia risarcito un importo pari a 35.339, 40, più le spese processuali, che assommano a 6.510 euro, per i “danni patiti” dalla ricorrente. In più ha intimato alla Filcams ed a Donegà di rifondere alla vincitrice del ricorso i 1.230 euro di spese mediche che aveva sostenuto, a suo tempo, per curarsi dalla patologia da cui era affetta. Ossia dalla sindrome ansiosa depressiva, come, d’altronde, accertato dalla perizia medico legale disposta dal magistrato durante l’istruttoria. In tutto, interessi compresi, Cgil e Donegà dovranno sborsare circa 43 mila euro. In pratica il giudice Bortot, nel depositare la sentenza nella cancelleria del tribunale il 28 settembre scorso, ha riconosciuto all’ex coordinatrice dell’ufficio vertenza della Camera del Lavoro, sia i danni biologici che morali, così come, in passato, è stato sentenziato più volte dalle sezioni unite della Corte di Cassazione in casi simili. Questa storia, tutta interna alla Cgil, che è stato il primo sindacato a Padova a promuovere le cause per mobbing ai lavoratori dipendenti ed in particolare alle donne nel periodo in cui, in via Beato Longhin, la Filcams era guidata da Andrea Donegà e l’ufficio vertenze dalla Bennato.
Nella sentenza il giudice parla espressamente di “volontà (di Donegà, nda) di voler gestire la sua organizzazione con criteri personali”. Come hanno testimoniato alcuni colleghi di lavoro, tra segretario e Benato si erano subito verificate numerose liti verbali che, in genere, evidenziavano un modo diverso di vivere e lavorare nel sindacato.

 A breve la sentenza sarà disponibile sulla nostra pagina FB.

sabato 6 ottobre 2012

Licenziamento di Paolo Ferraro


La nota a firma della segreteria della Cgil di Cosenza (http://www.cgilcalabria.it/pg/news.asp?notizia=3344&comp=3&cat=1 ) relativa  alla  sentenza di condanna  emessa dal giudice del lavoro per la   violazione dei diritti elementari del lavoratore Paolo Ferraro perpetrati e reiterati nel  tempo dalla stessa Cgil (Paolo era pagato  250 euro  al mese in nero ) emessa dal giudice del lavoro,suscita  alcune doverose riflessioni,non foss’altro per evitare di continuare a fornire all’opinione pubblica , agli stessi gruppi dirigenti della cgil nonche’ alla grande platea dei lavoratori e dei pensionati una lettura distorta e ingannevole  di quanto purtroppo, nel corso degli ultimi anni  accade all’interno del piu’ grande sindacato italiano. Il gruppo dirigente cosentino della Cgil sulla falsariga di quanto peraltro gia’ piu’ volte sostenuto dalla Cgil nazionale,riconduce la vicenda Ferraro e la  conseguente condanna del giudice del lavoro a semplice caso isolato e a conseguenti responsabilita’ soggettive .Ancora una volta ,perseverando nell’ errore politico, si cerca di nascondere la polvere sotto il tappeto e il gruppo dirigente cerca di nascondere la testa sotto la sabbia. Decine di casi  come quello di Paolo sono sparsi in tutt’Italia Una miriade di cause  si stanno svolgendo nei tribunali ,nei casi piu’ gravi, accompagnate perfino da inchieste dell’autorita’ giudiziaria per accertare eventuali responsabilita’  penali collaterali alle cause di lavoro. Le cause in corso contro la Cgil, che hanno sempre per oggetto il  lavoro nero, lavoro irregolare, mobbing, intermediazione illecita di manodopera, illegittimi licenziamenti molestie sessuali e purtroppo molto altro ancora.
Tutti questi casi sono stati piu’ volte portati a conoscenza diretta degli organismi di controllo della confederazione ai piu’ alti livelli e in piu’ di una circostanza perfino all’attenzione della segretaria generale della Cgil  nazionale Susanna Camusso, ivi compreso il caso di Paolo Ferraro. Per questa semplice ragione riteniamo legittime alcune domande:
Perche’ pur  sapendo, la Cgil nazionale decide di lavarsene le mani?
Perche’ non vengono preventivamente attivati gli organismi di controllo previsti dallo statuto nazionale della Cgil?
Perche’ le commissioni di garanzia non svolgono  la loro funzione prima delle sentenze?
Perche’ i gruppi dirigenti a tutti i livelli a conoscenza di questi casi non assumono  alcuna posizione mantenendo comportamenti omertosi?
perche’ il direttivo nazionale della Cgil non ha mai discusso di queste questioni?
Perche’ si continua imperterriti a negare,a minimizzare,a tacere su quanto sta accedendo in tutt’ Italia?In questa fase ci si interroga tanto,sui media e tra la gente sulla perdita di credibilita’ della politica,delle istituzioni,ma ,ci chiediamo,forse lo stesso sta accadendo all’interno della Cgil e nessuno vuole accorgersene forse per le stesse ragioni per cui nessuno si accorge degli scandali e delle illegalita’ che si consumano, ormai quasi quotidianamente all’interno di altre forme associate di rappresentanza?
Sostenere   che la sentenza del giudice del lavoro di Cosenza,come prima la sentenza di reintegro sul posto di lavoro di Ciro Crescentini ,illegittimamente licenziato, con la conseguente condanna della Cgil ,la condanna della Cgil di Ragusa nel caso di Tommaso Fonte,altri casi precedenti  di pronunciamenti dei tribunali della Repubblica  di condanna della Cgil ed altre sentenze che sono gia’ in fase di definizione,rientrerebbero all’interno di una casistica quasi ordinaria di cui sarebbero responsabili solo singoli dirigenti che verranno appositamente sanzionati,ci lascia inebetiti e sconcertati.Com’e’ evidente la questione riguarda i la Cgil tutta,l’intero gruppo dirigente nazionale, addirittura l’intero movimento sindacale e politico del nostro Paese,perche’ certamente, gli iscritti , i lavoratori e tutti i cittadini che in questa fase di gravissima crisi economica e sociale,di perdita continua di posti di lavoro, di dramma per le condizioni di vita delle persone,non possono certo permettersi il lusso di vedere il piu’ grande sindacato italiano continuare a  perdere costantemente credibilita’ e moralita’,cadere nella illegalita’ latente,reiterata e permanente, con la violazione di elementari diritti,contraddicendo cosi’ apertamente principi e valori insiti nella storia  centenaria della Cgil e la sua stessa funzione sindacale ma anche civile,politica e sociale.


Licenziati dalla Cgil

mercoledì 11 aprile 2012

LA RISPOSTA DELLA CGIL DI RAGUSA E IL COMMENTO DI TOMMASO FONTE

Rimettiamo al giudizio dei nostri lettori la risposta che la CGIL di Ragusa ha dato agli organi di stampa locali, in merito all'accertamento ispettivo sulla posizione lavorativa di Romina Licciardi. Doveroso ci sembra inoltre pubblicare l'analisi di tale risposta fatta da Tommaso Fonte. 

CGIL di Ragusa

In riferimento a certe notizie apparse sulla stampa e alla sponsorizzazione della Confsal, la Segreteria Confederale precisa quanto segue.

Gli accertamenti dell' Ispettorato del lavoro sono tutt'altro che novità, dato che l'organismo accertatore, lungi dall'avere ancora emesso ingiunzione, sanzione o intimazione di pagamento alcuna, si è limitato a registrare (come suo preciso ed ineluttabile compito) il contenuto della denuncia presentata dalla Licciardi: niente di nuovo rispetto a quanto denunciato sin dal mese di aprile 2010, niente di nuovo rispetto a quanto dedotto in seno ai giudizi pendenti avanti il competente Giudice del Lavoro del Tribunale di Ragusa, nulla di nuovo rispetto a quanto sbandierato ai quattro venti.

In particolare su:

· “Lavoro nero dall’ottobre 1998 al Febbraio 2000”: ciò è falso in quanto il rapporto dell'ex dipendente con la Cgil non si configurava come rapporto di lavoro dipendente subordinato. Altresì, all’epoca dei fatti, chi si occupava del personale era proprio Tommaso Fonte, responsabile di organizzazione , compagno della ex dipendente.

· “Irregolare inquadramento contrattuale dall’ottobre 2002, retribuzione inferiore ai minimi contrattuali;”: strano contestare ciò oggi , quando proprio dall'ottobre 2002 la stessa ex dipendente diventò Segretaria confederale e il suo compagno Segretario generale della Cgil di Ragusa..

· “Mancata liquidazione delle indennità dovute in occasione della cessazione del rapporto di lavoro e mancata liquidazione del T.F.R”: la CGIL all’epoca dei fatti decise di sospendere il TFR compensandolo con le retribuzioni indebitamente percepite dal 1 settembre al 23 dicembre 2009, periodo in cui percepiva lo stipendio dalla CGIL e la doppia indennità dalla Regione Siciliana in quanto ancora consigliera di Pari Opportunità, pur essendo rientrata a lavorare presso la Cgil.



Quanto alla richiesta di dimissioni del Segretario Generale, proveniente dalla Confsal, è quanto meno inopportuna ed irricevibile.

Premesso, infatti, che le dimissioni del Segretario Generale possono essere richieste dal Direttivo o al massimo da ciascun singolo iscritto, non si vede come le stesse possano essere richieste dalla “concorrenza”, che nell'essere a dir poco pretenziosa al riguardo, commette l'ulteriore atto di presunzione di conoscere la verità sulla questione Licciardi.

SEGUE ANALISI DI TOMMASO FONTE

Si riapre la querelle.....e la Cgil di Ragusa va' nel pallone...
Il documento della segreteria della Cgil di Ragusa che risponde alle legittime e ovvie considerazioni del segretario della Confsal di Ragusa (che aveva chiesto le dimissioni di Avola ndr) sulla vicenda Licciardi e dell'accertamento svolto dall'ispettorato del lavoro di Ragusa, mi ha portato, al fine di sottrarmi, ancora una volta, all'improvvido tentativo della Cgil di Ragusa ed in particolare del personaggio che purtroppo la dirige, di sposare la questione su un terreno di gossip e di situazioni personali, decidendo di procedere con una nuova denuncia querela. Ma nel merito, alcune riflessioni vanno fatte, non foss' altro perche' il contenuto del documento e' allucinante proprio sul piano del merito. Innanzitutto c'e' da evidenziare la delegittimazione che la Cgil, prodomo sua, propone delle funzioni accertative demandate dalla legge all'Ispettorato del lavoro lasciando trapelare messaggi inquientanti all'opinione pubblica e quindi a tutti coloro che violano la legge e le norme sui rapporti di lavoro. In sostanza la Cgil (incredibile) dice che l'accertamento non conta nulla, e la funzione degli ispettori accertatori e' una specie di passatempo. Ovviamente cosi' non e', perche' se la Cgil fosse stata nel giusto, avrebbe nei termini previsti, gia' controdedotto all'accertamento dell'ispettorato, anziche' permettere la conclusione dell'accertamento senza replicare alcunche' e quindi dimostrando che nulla, nel merito, aveva da replicare. Ma c'e' di piu' analizzando i punti del documento:1)la Cgil dichiara che il rapporto di lavoro in nero dal 1998 al 2000 e' falso in quanto "lo stesso non si configurava come rapporto di lavoro subordinato". Mi chiedo: che cosa era allora?? Un rapporto di lavoro autonomo, parasubordinato, o cosa?Altra chicca per i padroni lanciata dalla cgil: se l'ispettorato del lavoro accerta in una azienda il lavoro nero contro il quale campagne di mobilitazione e di stampa la cgil ha sempre fatto, almeno fino a questo documento, il datore di lavoro e' legittimato a dire che"non era lavoro nero, quel rapporto non si configurava come rapporto di lavororo subordinato...sic...sic...2) sul mancato rispetto dei minimi contrattuali la Cgil ne conferma di fatto l'illegittimità e quindi l'esistenza, ma dice che nel caso in cui si contesti in ritardo cio' non e' valido...altra chicca per i padroni...Infine la chicca delle chicche: la Cgil di Ragusa individua e pubblicizza un nuovo modo per evitare di riconoscere le competenze di fine rappporto ai lavoratori: si tiene i soldi certi, liquidi ed esigibili, in quanto soldi dei lavoratori con compensazioni fantasiose, la cui legittimita' e ' tutta da accertare e dimostrare....ma intanto i soldi del lavoratore se li tengono. Padroni e padroncini di tutto il mondo unitevi, il sol dell'avvenire e' arrivato con il contributo straordinario della Cgil. Quanto alle dimissioni di Avola non commento perche' non mi interessa: quanto contenuto in questo incredibile documento Cgiellino...parla da solo...a tutta la Cgil,  ai datori di lavoro, ai lavoratori e all'intera societa'....

venerdì 6 aprile 2012

Verbale unico di accertamento Ispettorato del lavoro Ragusa vs Cgil Camera del lavoro territoriale Ragusa - Crediti da lavoro

Mentre in CGIL si discute della Riforma del mercato del lavoro e dell'Articolo 18, noi continuiamo la nostra lotta, nel vergognoso silenzio di certa stampa. Alleghiamo di seguito tutti i documenti relativi agli esiti dettagliati dell'accertamento ispettivo fatto dall'Ispettorato del Lavoro nei confronti della CGIL Camera del Lavoro di Ragusa (causa Romina Licciardi) e dai quali emerge come fino a questo momento le nostre denunce abbiano un riscontro piuttosto concreto, nonostante le dichiarazioni pubbliche di alcuni dirigenti della CGIL sia regionale (siciliana) che nazionale i quali volevano liquidare i nostri casi come <<acrimonia dettata da pretese infondate>>. [cit. test.] Nella stessa dichiarazione il Responsabile organizzazione della CGIL regionale si spingeva addirittura oltre nel caso della Licciardi, sostenendo che <<già nella vicenda di Ragusa un primo giudizio a favore del sindacato si è concluso>>. Strano visto che la prima udienza della causa di lavoro di Romina Licciardi è fissata per il prossimo 20 aprile. (A scanso di equivoci eccovi il link con le dichiarazioni integrali del Signor Ferruccio Donato http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/13-gennaio-2011/cgil-replica-comitato-licenziatiacrimonia-dettata-pretese-infondate-181248399749.shtml). E, cosa ancor più strana, non sembra affatto che le cose siano messe proprio bene per il sindacato. Nella fattispecie infatti l'ispettorato del lavoro di Ragusa (la stessa istituzione cui la Cgil si rivolge normalmente a tutela dei lavoratori al fine di accertare violazioni normative, contrattuali e crediti da lavoro) ha accertato quanto segue: 

" La Camera del lavoro di Ragusa ha occupato alle dipendenze nel periodo ottobre 1998 all'aprile 2010, in qualita' di impiegata livello C/E fino al settembre 2002 e impiegata livello C/B dall'ottobre 2002 a seguito della elezione della stessa a Segretario provinciale con delega alle politiche di genere la Sig.ra Licciardi Romina.
La stessa ha svolto le mansioni previste dall'8 livello del regolamento Cgil fino a settembre 2002, mentre dall'ottobre 2002 ha svolto le mansioni di addetta alle politiche del lavoro e alle politiche di genere.
La predetta lavoratrice a partire dal luglio 2004 e' stata posta in aspettativa non retribuita in quanto nominata dalla Cgil Consigliera di pari opportunita' per la provincia di Ragusa, mansioni che ha svolto fino all'agosto 2009 e successivamente. Terminato il periodo di aspettativa la Sig. Licciardi e' rientrata a prestare la propria attivita' presso gli uffici della Cgil lavorando per circa 10 giorni e rimanendo assente per malattia fino alla fine del mese di marzo del 2010.
Alla predetta Liccciardi, la Cgil Camera del lavoro di Ragusa ha corrisposto la retribuzione riportata sui prospetti paga alla stessa consegnati. Detta retribuzione in relazione alle mansioni svolte dalla lavoratrice risulta inferiore a quella prevista dai regolamenti delle strutture Cgil.
La differenza di retribuzione tra quella registrata, corrisposta e assoggettata a contribuzione e quella dovuta secondo i regolamenti sopra indicati, è stata quantificata in: euro 5.056 per l'anno 1998; euro 21.393 per l'anno 1999, euro 15.773 per l'anno 2000; euro 6561 per l'anno 2001, euro 8557 per l'anno 2002, euro 6716 per l'anno 2003, euo 2571 per l'anno 2004,euro 4209 per l'anno 2009; euro 6299 per l'anno 2010, per un totale di euro 77.135 al netto di rivalutazione monetaria e interessi legali. Inoltre la Cgil di Ragusa e' stata diffidata a dimostrare di avere corrisposto il trf e le indennita' dovute alla cessazione del rapporto di lavoro. In data 21 marzo 2012 l'Ispettorato del lavoro di Ragusa ha provveduto, a conclusione dell'accertamento effettuato, ad adottare a carico della Cgil Camera del lavoro di Ragusa e del responsabile pro tempore i provvedimenti di competenza per i periodi di lavoro accertati e prestati dall'ottobre 1998 all'aprile 2010. Infine in data 21.03.2012 l'Ispettorato del lavoro di Ragusa ha trasmesso copia del verbale di accertamento all'Inps per il recupero dei contributi omessi."

 Malgrado la CGIL di Ragusa, quella regionale e quella nazionale siano state avvisate del risultato ispettivo (cfr. lettera di Romina Licciardi a Susanna Camusso - segr nazionale, Mariella Maggio - segr regionale Sicilia e Giovanni Avola segr Camera del Lavoro Ragusa)  a tutt'oggi l'ex dipendente non ha avuto nessun riscontro circa i crediti da lavoro certi ed esigibili vantati e non opposti dalla Cgil di Ragusa nei termini fissati in diffida dall'Ispettorato del lavoro.

Di seguito potrete leggere tutta la documentazione originale. Non sappiamo per quanto tempo ancora questi dirigenti, che portano l'oneroso e al contempo glorioso compito di tutelare i lavoratori, possano continuare a mistificare la realtà dei fatti nel silenzio complice di troppi. Noi affidiamo al blog le nostre denunce supportate da fatti concreti e reali, documentazione incontrovertibile, nella consapevolezza che le tantissime persone che ci seguono in rete, sono consapevoli ormai di quello che sta accadendo.